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UGUALI

due sorsi di confidenze
Io a volte ho paura della crisi

Nicolini

di MASSIMO CIRRI biografia


Io a volte ho paura della crisi. Ho paura del futuro. Anche del futuro della cooperativa. Ho paura che si sia voluto correre troppo. Che si sia fatto il passo più lungo della gamba. A volte ho paura per il posto di lavoro. A te capita?

A me no.

Tu non hai paura?

Quasi mai.

Di nulla?

Di nulla.

Ma non è possibile. Tutti abbiamo paura di qualcosa. Tu niente: un’inquietudine, uno sgomento? Una cagarella? Un timore?

Mah...

Una preoccupazione, un’agitazione? Un’apprensione? Nulla? Un’ansia? Uno stato dall’allarme, una trepidazione?

Forse si. Da bambino avevo paura del buio. Ma è durata poco. Stavamo in campagna, c’era poca luce e tanto buio; così mi è passata. Però a un certo punto ho avuto paura che sotto il letto ci fosse un coccodrillo. Pronto ad azzannarmi appena mettevo giù il piede. Ma io non lo mettevo giù e dormivo molto ma molto rintanato nell’angolo del letto. E la mattina scendevo con un salto. Atterravo vicino alla porta del bagno. Ma al mattino avevo meno paura del coccodrillo.

Perché c’era la luce. Vedi che la paura del buio ti è rimasta?

Come fai a dirlo?

Tu ci staresti sotto un letto che sopra ci dorme Briatore? Io no. E allora perché dovrebbe starci un coccodrillo?

Perché sono un esperto di paure. Da bambino avevo paura dei ragni. Anche di quelli piccini. Crescendo - io, non i ragni - non mi è passata ma ho scoperto che si chiama aracnofobia. Poi avevo paura dei topi (musofobia), dei tuoni e dei fulmini (astrafobia). Ma diventando grande solo dei tuoni (brontofobia). Chissà perché dei fulmini me ne fregavo. Però mi è venuta l’anemofobia, paura del vento e quella delle inondazioni, l’antlofobia. Ho letto un libro di Stephen King con un pagliaccio sadico e mi è venuta fuori la coulrofobia, paura dei clown malvagi. In confronto a questa la claustrofobia, paura degli spazi chiusi, è roba banale. Ma ho anche quella. Poi ho avuto paura dei gatti (ailurofobia) e dei polli (alectorofobia). Poi quella dei graffi, si chiama amycofobia ed è legata più alla paura dei gatti che ha quella dei polli. Perché i polli, per quanto ti facciano paura, è difficile che graffino. Da ragazzo avevo paura di sbagliare o di peccare: è amartofobia o un effetto dell’educazione cattolica. Poi mi è venuta paura dei microbi e dei batteri, bacillofobia e bacteriofobia, anche se non so bene che differenza ci sia tra microbi e batteri. Poi ho paura delle cose viscide. Forse più che paura è disgusto ma si chiama comunque blennofobia. Ho sofferto di decidofobia, paura di prendere decisioni, e defecaloesiofobia, paura di una defecazione dolorosa. Ho vissuto nella deipnofobia, la paura di conversare a cena, e nella dentofobia, paura dei dentisti. Una sera mi sono ritrovato a cena con dei dentisti ed è stato terribile.

Però...

Non m’interrompere, scusa. Perché soffro di amnesifobia: paura di soffrire di amnesia. Metti che mi dimentico le paure che ho? Vado con ordine, allora: Atomosofobia: paura delle esplosioni atomiche. Vorrei vedere uno che non ne ha. Chemofobia: paura delle sostanze chimiche. Dystychifobia: paura degli incidenti. Soprattutto se sono in giro il sabato sera. Faccio tardi in Riviera e rischio l’eosofobia: paura dell'alba, e prima l’aurorafobia, paura dell'aurora. Roba da mettersi le mani nei capelli: falacrofobia, paura della calvizie. Ma ce l’hanno anche importanti uomini di governo. Micofobia: paura dei funghi. Pure di quelli che si prendono in piscina. Obesobofobia: paura di ingrassare. Ofidiofobia: paura dei serpenti Peniafobia: paura della povertà. C’è la crisi, te lo dicevo prima. Lisifobia: paura di lasciare questioni in sospeso. Sfecsofobia: paura di essere punto da una vespa e anche apifobia. Che cosa sia puoi arrivarci da solo. Poi simmetrofobia, paura delle cose simmetriche e tafofobia, la paura di venire sepolti vivi. Tricofobia: paura dei capelli. Che mi va in conflitto con la paura di diventare calvi. Poi triscaidecafobia, paura del numero 13 e vaccinofobia, paura delle vaccinazioni. Concluderie con autodismorfofobia, paura di emanare cattivi odori e euretofobia, paura di arrossire. Perchè se emani cattivi odori poi ti vergogni ed arrossisci. Così anche chi non se ne era accorto capisce che sei tu che produci puzze. Ecco, io ho queste paure. Per il resto tutto bene. E a proposito: la paura del buio si chiama nictofobia.

E quella del coccodrillo sotto il letto? Come si chiama?

Sai che non lo so. Ma tu hai mai guardato sotto il letto per controllare se c’era davvero il coccodrillo?

No. Avevo paura. Provaci tu: sollevi il copriletto, metti giù la testa e ti ritrovi a dieci centimetri dalla faccia del coccodrillo. Ma c’è uno che l’ha fatto.

Chi?

Briatore. Ha messo giù la testa e ha guardato.

E cosa c’era?

Il coccodrillo. Terrorizzato. Bianco di paura. Perché è una paura che hanno tutti i coccodrilli. E se la passano da padre in figlio: attento che sopra al letto potrebbe esserci Briatore. Stai fermo immobile che se ti sente in un secondo ti ritrovi trasformato in pantofole di coccodrillo.

Davvero?

Tu ci staresti sotto un letto che sopra ci dorme Briatore?

Io no.

E allora perché dovrebbe starci un coccodrillo?

Giusto.

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