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Viaggi


Un viaggio tra terme, natura e golosità

Dario Calapi

Articolo a cura di Andrea M. Campo


Viaggi

“Ho perdonato tutti quelli che perdono la testa per questa città e mi sono ricordato con tenerezza di mio padre, che aveva conservato un’impressione incancellabile...- così Goethe celebra la bellezza di Napoli e oggi, più di duecento anni dopo, c’è ancora chi riesce a scoprire i nuovi tesori di una città senza tempo. La nostra guida sarà Dario Calapai, responsabile di commessa Manutencoop per il settore energia di Napoli centro.

La posizione è molto favorevole: siamo a dieci minuti dalla provincia di Viterbo e l’Umbria è a due passi. Nel raggio di pochi chilometri troviamo il Lago di Bolsena, dove è possibile fare delle gite a cavallo o in bicicletta, e poco più in là le Terme di Saturnia. Per chi ama il mare, le spiagge dell’Argentario sono raggiungibili in meno di un’ora. In tutta la zona sono presenti necropoli etrusche con lunghi sentieri (“le vie cave”) scavati nel tufo. A Sovana si può ammirare la Tomba Ildebranda” (che deve il suo nome a Ildebrando da Sovana, vissuto nell’XI secolo e salito al soglio pontificio con il nome di Papa Gregorio VII n.d.r.).

DARIO CALAPI

Responsabile di commessa per Manutencoop per il settore energia di Napoli centro, palermitano di nascita, ha imparato nel corso degli anni ad amare la sua città di adozione percorrendone i vicoli, ammirandone gli scorci e scoprendone le bellezze nascoste.

C’è un’area che racchiude l’essenza di una città incredibile come Napoli ed è il quartiere Sanità: un rione celebre per avere dato i natali a Totò e che ha alle spalle una storia antichissima. È stato un luogo di sepoltura per i Greci e poi per i Romani e oggi si trovano, tra le altre cose, le bellissime Catacombe di San Gennaro e le Catacombe di San Gaudioso, che mantengono intatto un singolare alone di mistero. In questa zona si sono insediate alcune famiglie nobili che pagavano fior di quattrini per la costruzione di sepolture lussuose e abitazioni ancora oggi visibili: ad esempio Palazzo Sanfelice fu realizzato nel settecento da Ferdinando Sanfelice che, in cerca di un luogo sicuro, volle allontanarsi da un centro città ad altissima densità abitativa. Palazzo Sanfelice è noto anche per aver fatto da sfondo a tanti film importanti del neorealismo e ad alcuni film di Totò. Altro luogo interessante è il cimitero delle Fontanelle, scavato nel tufo, che conserva migliaia di teschi dei napoletani morti per la peste nel seicento. C’è un rapporto intimo tra questo luogo e la città: i napoletani vengono qui e “adottano” una capuzzella (teschio ndr) sperando che gli porti fortuna.”

Il quartiere, dopo alterne vicende e il periodo buio delle faida camorristica degli anni novanta, vive di un rinnovato vigore culturale. “Negli ultimi due anni c’è stata una rinascita grazie a una rete di associazioni che non ha eguali in Italia: la Fondazione San Gennaro, l’associazione Altra Napoli, l’associazione Sanitansemble la cui orchestra, composta da giovanissimi, ha suonato davanti al Papa e al Presidente della Repubblica.” Dario ricorda tre immancabili percorsi per chiunque voglia riscoprire la bellezza della Napoli da cartolina.

Da vedere il Mann, il Museo archeologico nazionale di Napoli, che il nuovo direttore ha fatto decollare e dove è possibile visitare la più grande collezione di reperti archeologici di epoca romana. Immancabile è la visita al Duomo e al Museo del tesoro di San Gennaro, la cui collezione è più importane di quello della regina Elisabetta II. Immancabile la visita al Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, conosciuto in tutto il mondo per il suo velo marmoreo che quasi si adagia sul corpo del Cristo morto. L’opera si trova nella cappella di San Severo che custodisce anche la ricostruzione di due scheletri umani su cui è stato riprodotto l’intero sistema circolatorio. Le due “macchine” sono state realizzate da un alchimista, Giuseppe Salerno, con un processo ad oggi sconosciuto. Infine, consiglio una passeggiata in Via San Gregorio Armeno, la celebre strada dei presepi e delle statuine con i laboratori artigianali a conduzione familiare”.

Per le ultime due tappe, Dario consiglia di ritornare nella zona di Capodimonte. “A valle c’è l’orto botanico con la sua collezione di piante tropicali e per chi vuole fare un escursione nella natura c’è il bosco di Capodimonte. Davanti al bosco, nella reggia, si trova il Museo nazionale di Capodimonte che ha, tra le altre cose, una bellissima collezione di arte contemporanea”. Chi passa da Napoli non può fare a meno di assaggiare la pizza e il “cuoppo” di alici fritte e Dario sa esattamente dove andare. “Da Ciro Oliva Concettina ai Tre Santi fanno una buonissima pizza col cornicione ripieno di salame e ricotta mentre da Oliva in piazza Sanità fanno un’eccellente margherita. Consiglio anche la Trattoria Cantina del Gallo e per concludere la pasticceria Poppella che fa il fiocco di neve: una piccola brioche molto soffice, farcita con crema e ricoperta di zucchero”.

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