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Levorato

traduzione: eng | عربي

di Chiara Filippi

Un anno di “transizione”

Sono state numerose le novità che hanno scandito il 2008 per il Gruppo Manutencoop, non ultima l’acquisizione della ex Pirelli RE IFM. Un bilancio sicuramente positivo a fronte della generale crisi che investe l’economia italiana e internazionale.

Ricavi che sfiorano gli 800 milioni di euro, oltre 17.000 dipendenti, una serie di “pesanti” acquisizioni e una consapevolezza: Manutencoop è quello che è anche e soprattutto perché “nel lavoro in cooperativa siamo abituati a non mettere solo la competenza professionale ma anche passione, senso di appartenenza, valori che sono la nostra vera marcia in più”. Racconta così il presidente Claudio Levorato ai tanti lavoratori delle società acquisite nel corso 2008 presenti lo scorso 23 maggio all’Assemblea dei soci di Manutencoop Società Cooperativa, chi è il Gruppo imprenditoriale di cui sono entrati a far parte.

Un’assemblea che corona un anno di svolta per Manutencoop, segnato, in particolare, dall’acquisizione della società ex Pirelli RE IFM: 1200 dipendenti in più, un fatturato che quasi raddoppia superando il milione di euro, un consistente aumento dell’attività nel segmento privato ma anche l’incontro, forse, tra due mondi diversi che nei prossimi mesi dovranno affrontare la sfida dell’integrazione. Non a caso, nella sua relazione assembleare, si rivolge spesso agli “ultimi arrivati” di Altair, Sicura, Astrocoop perché, sottolinea, “abbiamo acquistato le aziende non le persone. Le persone vogliamo conquistarle con le idee, con l’identità comune che andremo a costruire insieme”.

I numeri del gruppo 2008

799,2 Milioni di euro produzione

55,6 Milioni di euro Ebit

14,6
Milioni di euro Risultato netto

L'organicoOltre 17.000 dipendenti

I dipendenti, dato strategico per una cooperativa di produzione e lavoro, hanno toccato nel 2008 quota 17.000, solo 10 anni fa erano poco meno di un quarto. Significativa anche la distribuzione territoriale: in 5 regioni, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana, il numero dei lavoratori supera le 1000 unità. Considerando Roma Multiservizi (società partecipata al 49%) il numero delle persone operanti (4.674) nel Lazio supera per la prima volta, anche se di poche centinaia, quello dell’Emilia – Romagna.

I numeri scorrono via veloci. Pur in un contesto di crisi e recessione globale il Gruppo Manutencoop ha saputo adempiere al suo dovere di impresa guardando avanti e sperimentando nuove strade. Il 2008 si chiude con ricavi consolidati pari a circa 799 milioni di euro con una crescita organica del 10,6% rispetto all’anno precedente, superiore sia alla media del settore (+7%) sia alla crescita dei maggiori competitors. Considerando l’acquisizione di Altair (perfezionata il 23 dicembre, quindi nel bilancio consolidata solo per poche settimane) l’incremento proforma dei ricavi sarebbe pari a +84%.

L’Ebit, l’indicatore che illustra la credditività al lordo delle tasse e delle partite extracaratteristiche, è stato pari a 55,6 milioni (7%) e risente, ovviamente, dell’aumentata competizione nel mercato pur confermandosi superiore agli standard dei principali competitors. Il risultato netto, infine, è pari a 14,6 milioni di euro.

Fin qui il Gruppo, i risultati delle singole controllate hanno invece andamenti diversi. Manutencoop Facility Management chiude il 2008 con 690, 6 milioni di euro di ricavi ed un utile netto di 20,6 milioni, mentre Manutencoop Servizi Ambientali, pur confermandosi con ricavi pari a 107, 7 milioni di euro la prima impresa privata del settore in Italia e nonostante un Ebit di 3,6 milioni in linea con gli obiettivi di budget, registra a fine 2008 un risultato negativo di 400.000 euro.

Dai risultati di MFM e MSA dipendono, ovviamente, il bilancio civilistico e quindi gli utili della capogruppo, Manutencoop Società Cooperativa. Le entrate della Cooperativa, infatti, derivano dall’attività di somministrazione lavoro e, soprattutto, dai dividendi delle controllate mentre le uscite sono costituite dal costo dei dipendenti, dagli oneri finanziari e, a fronte dei dividendi, anche dalle svalutazioni delle partecipazioni detenute. Pur in presenza di risultati a livello consolidato estremamente positivi, il 2008 per la Coop si è chiuso con un risultato negativo per circa 600.000 euro a fronte di ricavi per 45,1 milioni ed un Ebit pari a – 3,1 milioni.

Le cause delle perdite registrate, dopo oltre 20 anni di consistenti e costanti utili, sono state ampiamente discusse nel marzo scorso negli incontri sul tema che hanno coinvolto oltre 500 soci: “Nel 2008 – ha ribadito il Presidente - abbiamo finanziato la nostra strategia di sviluppo con i capitali di rischio ottenuti dai fondi entrati in MFM ma anche ottenendo un finanziamento a medio termine da parte di istituti bancari. Ovviamente nel momento in cui le banche ci hanno concesso un prestito, hanno anche chiesto di “pagare” prima loro e poi di remunerare noi stessi. Quindi, abituati come siamo ad una gestione oculata e prudente, ci siamo dati una regola: abbiamo posto un limite alla suddivisione dell’utile tra i soci della società pari al 20% dell’utile complessivo conseguito”.

Levorato

“Sarebbe una buona regola sempre – aggiunge - non solo per Manutencoop. Se ci fossero state regole simili ci sarebbero state meno “porcherie” in giro. Meno imprenditori o azionisti liberi di spolpare aziende “succhiandone” gli utili per poi lasciarle con tutti i loro debiti verso le banche nella responsabilità dello Stato, in Italia e ancora peggio all’estero”. Questo, quindi, fa sì che il dividendo di MFM sia solo il 20% dell’utile (ovvero circa 4 milioni) e di questo solo il 72% (pari alla percentuale detenuta, la restante parte è dei fondi) arrivi alla Cooperativa. Con quello che rimane, poco meno di 3 milioni, però, prosegue il Presidente, “dobbiamo far fronte a costi straordinari dovuti a svalutazioni di partecipazioni”. Una svalutazione, innanzitutto, di MSA a fronte delle perdite degli ultimi anni ma anche della partecipazione strategica in Archimede 1 (società che detiene il 40% di Centostazioni).

Il risultato finale è, dunque, una perdita per la Cooperativa di circa 600.000 euro che per quest’anno non consentirà di distribuire ne’ dividendo ai possessori di azioni da socio sovventore, ne’ ai soci lavoratori, ne’ il ristorno. “Si tratta di un dato di nuovo negativo ma, - ha aggiunto Levorato - possiamo guardare con fiducia al futuro. Già dal prossimo anno, salvo ulteriori svalutazioni, saremo in grado di distribuire ai soci sia il dividendo sempre ai massimi consentiti dalla normativa sia il ristorno come abbiamo fatto da 23 anni a questa parte”.

Levorato

 

 

Ma il 2008 non si spiega ne’ si comprende solo guardando ai numeri. Oltre alla consistente “campagna acquisti” ci sono state l’adozione di un nuovo modello di governance, il sistema dualistico, in MFM e l’introduzione di modifiche importanti nella governance della Cooperativa, nuove modalità per l’elezione del C.d.A. e innovazioni nel sistema di accesso della base sociale supportata da iniziative formative. Tutto questo, precisa Levorato, “con il fine di supportare l’autogestione di un grande gruppo industriale. Innovando e sperimentando stiamo cercando di garantire nel tempo l’autogestione per perseguire lo scopo mutualistico attraverso la crescita e la creazione di nuova ricchezza”.

Ma perché le innovazioni funzionino è necessario “lavorare anche sulla cultura”. L’attenzione, quasi al termine della relazione, torna a rivolgersi ai nuovi compagni di strada di Altair e delle società acquisite ma anche alle nuove generazioni di dipendenti del Gruppo: i tempi sono cambiati e molte delle spinte sociali, ideali o ideologiche che motivavano i vecchi cooperatori degli anni passati non esistono più, ci sono però spinte, sempre attuali, che possono motivare i nuovi giovani cooperatori. “Persone per cui la cooperativa, non sarà più la patria del socialismo, ma potrà essere il luogo in cui veder valorizzato il proprio lavoro, in cui costruire relazioni solidali, un luogo in cui non prevale la competizione degli uni e la prevalenza sugli altri”.

Questo è e vuole continuare ad essere la Cooperativa per quel vero “melting pot” di nazionalità, provenienza sociale, livello culturale e culture aziendali che è oggi il Gruppo Manutencoop: “La comunità di tante etnie – chiosa Levorato - in cui l’elemento distintivo è rappresentato dalla volontà di migliorare se stessi e contribuire al miglioramento della vita degli altri nella consapevolezza che il bene proprio si realizza solo perseguendo il bene comune. Perché solo su questa base si deve accedere alla cooperazione”. Quindi, in chiusura, quasi un appello: “Al grande numero di lavoratori di Altair e ai gruppi più contenuti delle altre società, le etnie di più recente provenienza, noi chiediamo se sono interessati ad aderire, a questo principio. E solo a questo prezzo siamo disponibili ad offrire tutto quello che abbiamo. La Cooperativa sarà anche loro, non solo nostra”.

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