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Massimo Cirri intervista Claudio Levorato - Essere Manutencoop #TRAILER

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Levorato

traduzione: eng | عربي

di Chiara Filippi

Più grandi nel segno dello sviluppo

In un contesto di evidente “depressione” economica Manutencoop investe e aumenta le proprie dimensioni. Un controsenso o un segno di forza  e dinamicità imprenditoriale? Una scelta rischiosa o l’unica via d’uscita di fronte ad una crisi che sembra non concedere scampo? Il presidente Claudio Levorato, seppur cosciente dell’attuale congiuntura negativa, è convinto che per competere occorra non fermarsi, senza ledere i sistemi di partecipazione. Per questo oggi la principale azienda concorrente è diventata di “famiglia”.

Nel bel mezzo di una crisi, a detta di molti senza precedenti, si “compra” prima la principale azienda concorrente sul mercato italiano, la ormai ex Pirelli RE Integrated Facility Management, poi l’80% di un’al­tra società, Sicura. Contestualmente avvia due nuove imprese, Mia e Smail, in due segmenti di mercato del tutto nuovi. E si tratta solo degli ultimi sviluppi di una “campagna acquisti” iniziata già nel 2007: una sequenza serrata di acquisizioni, operazioni finanziarie e “rivoluzioni” organizzative che hanno reso oggi Manutencoop un colosso da oltre 1 miliardo di euro di fatturato e più di 16.000 dipendenti. Ma dove vogliono arrivare questi? Viene da chiedersi. Non faranno mica il passo più lungo della gamba, visti i tempi che corrono? E poi quello che è ormai un tormentone per le coop: un gruppo cooperativo che diventa grande non finirà, come si sente dire spesso, per “perdere l’anima”?.

Giriamo gli interrogativi direttamente a Claudio Levorato, presidente di Manutencoop Società Cooperativa, la holding di controllo del Gruppo, e “responsabile” in prima persona della crescita di Manutencoop da oltre 25 anni.

Presidente, partiamo dall’inizio. Con una domanda diretta e, solo apparentemente, semplice: perché grande? Dove vogliamo arrivare?

Grande perché siamo “condannati” a crescere. Grande perché, in termini strettamente economici, solo un im­presa di certe dimensioni può fronteggiare concorrenti multinazionali in un mercato divenuto ormai globale. E grande, soprattutto, perché la crescita è nel nostro Dna di impresa cooperativa che ha il dovere di creare nuove opportunità occupazionali per chi dal lavoro è escluso. Lo sviluppo deve essere per noi un imperativo.

Un’acquisizione come quella della ex Pirelli pro­prio in questo periodo può sembrare, però, un po’ azzardata. La crisi non fa paura?

E’ proprio nei momenti di crisi che bisogna saper reagire modificando le caratteristiche con cui un impresa si pone nel mercato. Supera la crisi o, addirittura, ne esce rafforzato chi guarda in avanti, non certo chi si arrocca nella difesa della condizione esistente. “Aggredire” le possibili difficoltà e saperle trasformarle in opportunità imprenditoriali, del resto, è sempre stata una qualità di­stintiva di Manutencoop.

Levorato

“È nei momenti di crisi che bisogna saper reagire. Supera la crisi chi guarda in avanti e non si arrocca nella difesa della condizione esistente.”

CLAUDIO LEVORATO

Diventare grandi e con le spalle larghe è quin­di ancora più importante in una congiuntura come quella attuale?

Certo. Perché crescere dal punto di vista dimensionale fa sì che i costi fissi abbiano minore incidenza sul costo dei servizi che eroghiamo. Questo ci permette di essere più competitivi e, soprattutto, di avere maggiori risorse da investire in ricerca, sviluppo, formazione e sistemi informativi a supporto del nostro business. Riusciamo in questo modo a sviluppare know how e soluzioni per ampliare la nostra ed entrare in nuovi segmenti, la via per modificare la nostra posizione di mercato e rispon­dere alla crisi.

In una grande impresa non c’è il rischio che passi in secondo piano l’attenzione alle persone e alla qualificazione professionale?

Tutt’altro. Come dicevo la crescita consente di investire maggiormente anche in formazione. E questo è tanto più importante in una impresa di servizi attiva in un seg­mento ad alta intensità di manodopera quale è Manu­tencoop. Il nostro successo è legato in larghissima parte alla preparazione, motivazione e identificazione con gli obiettivi dell’impresa dei propri dipendenti. Il capitale umano resta la nostra fondamentale leva competitiva, non sia mai che ne sottovalutiamo la formazione.

E i valori cooperativi? Per una impresa dalle dimensioni di Manutencoop non diventa difficile garantire quella partecipazione dei soci che è ele­mento fondante della cooperazione?

Diventare grandi comporta la necessità di affinare gli strumenti di democrazia. Manutencoop lo sta facendo da tempo attraverso l’adozione di un nuovo modello di governance, l’introduzione del voto di lista per l’elezione del C.d.A. utile a favorire la rappresentanza delle diverse sensibilità, nuove modalità di selezione della base sociale per rendere i nuovi soci consapevoli del proprio ruolo strategico. Siamo la cooperativa che ha maggiormente sviluppato la struttura della propria governance adottando stru­menti formali di partecipazione dal basso dei soci. I numeri dimostrano che siamo sulla strada giusta: nel 2008 abbiamo svolto 4 assemblee generali a cui hanno preso parte oltre 1200 persone, alle ultime elezioni ha votato il 94% dei soci, i vari Comitati si sono riuniti complessivamente 90 volte. Diventare grandi, contrariamente a quanto spesso si pensa, può consentire di esaltare la partecipazione democratica dei soci.

In conclusione: Manutencoop, più grande e più forte, uscirà “indenne“ da questa critica con­giuntura economica o intravedete qualche possi­bile difficoltà?

Siamo un’azienda “dalle spalle larghe”, ma non potre­mo non risentire i contraccolpi della crisi. Il crollo dei consumi avrà necessariamente ripercussioni anche sul nostro business e dovremo, noi come altri, adottare le necessarie misure di contenimento dei costi. Ci aspetta un 2009 certamente difficile, soprattutto dovremo saper fare economie e ricercare efficienza. Ma sono certo che, con il senso di responsabilità che ci ha sempre distinto, sapremo diventare ancor più competitivi e più solidi.

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