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Levorato

di Chiara Filippi

traduzione: eng | عربي

35 anni a ritmo di... pedalata

Nello spirito, come nell’adesione ai valori cooperativi, Lisetta Cacciari non è cambiata molto dalla ragazza che 35 anni fa faceva il suo ingresso in azienda in sella alla sua Graziella rosa. Oggi può raccontare una storia fatta di sacrificio, abnegazione, tante soddisfazioni e anche qualche “scontro”, ma sempre con il sorriso.

È arrivata pedalando sulla sua Graziella rosa e non se ne è più andata. Dal 7 maggio del 1974 Lisetta Cacciari, per tutti “la Lisa”, temuta e amata segretaria del Presidente Claudio Levorato, lavora in Manutencoop. Quest’anno festeggia i suoi “primi” 35 anni in Cooperativa, quasi 35 anni di matrimonio per dirla come lei.

Da allora la piccola “Cooperativa per manovalanze ferroviarie” con sede in via Pasubio a Bologna in quello che era “poco più di un appartamento”, è diventata il Gruppo di oggi, con 17.000 dipendenti e sedi anche oltralpe. Lisa, sempre con la schiettezza che la caratterizza, è stata testimone non solo della crescita incessante degli ultimi anni, ma anche delle difficoltà e delle crisi degli inizi, di un modo di intendere il lavoro in cooperativa e di essere cooperatori che “forse oggi non esiste più” ma che non dobbiamo stancarci di ricercare.

Chi è la ragazza che 35 anni fa inizia a lavorare in Manutencoop? Cosa si aspetta?

è una ragazza che arriva in via Pasubio a lavorare con la sua bici rosa e la merenda nel cestino. Non mi aspettavo granchè, avevo bisogno di lavorare. Entro in quella specie di ufficio e mi presentano il mio capo, Cremonini Anselmo. Elastico alla manica della camicia, era il responsabile della cassa.

E come è stato il primo giorno?

Mi fa sedere alla scrivania di fianco a lui e mi dà 3 biro, una nera, una rossa e una blu - se ne perdevo una dovevo ricomprarla - una matita, un temperamatite,
un rotolino per la calcolatrice e un blocchetto piccolo a quadretti. “Più grande non ti serve – dice – non devi scrivere, devi ascoltarmi. Se parlo e scrivi non impari niente”. E lì con Cremonini son rimasta 8 anni. Mi ha insegnato tantissimo e gli sarò sempre grata.

Levorato

“La Cooperativa mi ha dato tanto e credo, con il mio lavoro, di aver contribuito a farla crescere, nel mio piccolo”

LISETTA CACCIARI

Altri tempi e un’altra azienda…

Eravamo 17 in ufficio, 200-250 operai in tutta Bologna.
Il presidente era Franco Romagnoli, i suoi urli si sentivano di là dalla strada. Urlava con tutti eh, non guardava in faccia nessuno. E bisognava stare “in orecchia”, mica come adesso! Un giorno viene da Cremonini un ragazzo, voleva prendere i soldi dal libretto dell’autofinanziamento per andare in ferie. “Quando vai in ferie?” gli chiede Cremonini. “Sabato” risponde lui. “Oggi è lunedì – dice Cremonini – i soldi li vieni a prendere venerdì così non li spendi prima”. Eravamo messi così.

E quando hai iniziato a fare la segretaria del presidente?

Molto tempo dopo. Prima ho girato tutti gli uffici. Dicevo sempre di sì. Sono stata all’ufficio paghe, un lavoro ripetitivo che non rifarei mai. Nel frattempo ci eravamo trasferiti nella sede di Via della Beverara e il presidente era diventato Mario Bortolotti. Poi sono andata al controllo di gestione e poi all’ “Ufficio Igiene”. Dopo ho lavorato alle politiche sociali. Periodo non bello, volevo andarmene da Manutencoop, non mi sembrava più il mio posto. Ma mi proposero di fare la segretaria di presidenza, era il 1989. Ho iniziato piano piano perché Levorato, che nel frattempo era diventato presidente, diceva “non ho bisogno della balia!”. Ed eccomi qua.

Cosa voleva dire, allora nel ’74, per te lavorare in una cooperativa?

Per me era una cosa positivissima. Mio padre aveva lavorato in cooperativa, aveva fatto anche politica, è stato anche sindaco di Minerbio. In casa mia era normale parlare di cooperazione, di solidarietà e valori. La Cooperativa mi ha dato tanto e credo con il mio lavoro di aver contribuito a farla diventare grande, nel mio piccolo. Certo allora lavorare in cooperativa voleva dire anche fare le pulizie in un cantiere dopo aver lavorato 8 ore in ufficio…

Levorato

“L’umiltà e il buon senso, come avevamo noi, sono le cose migliori da auspicare per le giovani generazioni”

LISETTA CACCIARI

Raccontaci.

Era il 1983, vincemmo la gara per le pulizie alla sede Inps di Bologna. I dipendenti della società che aveva perso l’appalto non vollero venire a lavorare con noi, così dalla sera alla mattina ci trovammo a dover cercare 13 persone per iniziare il servizio. E quelle persone furono Lisa Cacciari, Athos Biagi, Francesco Bottino, che ancora lavorano in azienda, poi Enzo Scardovi, Milena Rimondini e altre caposquadra. Io lavoravo in ufficio con Bottino, poi dalle 6 a mezzanotte andavamo a pulire l’Inps. E mica prendevamo due stipendi. L’abbiamo fatto per 3 mesi. Un giorno mi sono addormentata in ufficio. Anche grazie a vicende come questa Manutencoop è diventata quello che è oggi. Grazie al contributo di tutti e grazie, soprattutto, anche a Levorato. Molto si deve a lui, se non ci fosse stato forse non saremmo adesso qui a parlare. Da lui molti dovrebbero imparare soprattutto l’umiltà, dirigenti compresi.

Mai uno scontro? Con chi hai fatto la peggiore litigata?

Sicuramente con Oliani o Bottino, uno è andato in pensione, l’altro è ancora qui quindi la più grande litigata forse la dovrò ancora fare perché finchè c’è Bottino non è mica finita.

C’è stato un momento in cui ve la siete vista proprio brutta? In cui avete pensato “Se andiamo avanti così si chiude”?

Beh, sì nel ’77, perdemmo molti appalti e la cooperativa era messa male. Allora decidemmo tutti, soci e dipendenti, di non prendere lo stipendio per 6 mesi. Dopo la busta paga invece del primo del mese ci arrivò il 15, per questo ora gli stipendi vengono pagati in questa data. Per chi se lo ricorda il 15 è una giorno importante, abbiamo ricominciato.

Com’erano i cooperatori di allora, che “personaggi” c’erano?

Di persone particolari, belle, serie ce ne sono state tante. Persone collaborative, sempre disposte a darti una mano, che ti stavano vicine. Penso a Stanzani Tommaso, Lama Augusto, Vitali Gildo, Gnani Zino, Battistini Gianfranco…che hanno dato l’anima per l’azienda. Era come la nostra casa. Ecco, vorrei che i colleghi che arrivano qui oggi e vedono Manutencoop bella, grande, con le sculture e dicono “Qui c’è del lusso, andiamo bene di un bel po’” capissero che, sì, ora va bene, ma bisogna rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare. L’umiltà e un po’ di buon senso, come avevamo noi, sono le cose migliori da auspicare a queste nuove generazioni.

È vero, come si dice, che oggi quei “valori cooperativi” di una volta non esistono più? Cosa ne pensi?

I “valori cooperativi”, come li chiamano, sono la responsabilità, la solidarietà, l’aiuto reciproco, la voglia di fare le cose insieme e anche il buon senso. Sono valori che riguardano le persone in genere, non solo i cooperatori. Non è un problema della cooperazione o di Manutencoop, è la società che ti porta spesso a non credere più in queste cose.

E non c’è più niente da fare?

No, anzi. Io sono cresciuta in un ambiente diverso, la mia era un’altra generazione ma valori come questi non devono cambiare. Ci sono ragazzi, anche qui in azienda, che se li sappiamo far crescere possono diventare delle perle. Ma bisogna, come si dice, “tirarli su”. Tirar le orecchie quando serve ma anche valorizzare il loro lavoro, dirgli “bravi” quando se lo meritano. Sta anche a noi fare in modo che questi valori restino vivi: amare il nostro lavoro, voler bene alle persone che lavorano con te, dare l’esempio e, come si dice, “mai tirare il culo indietro”…

Lisa Cacciari

Intervista a
LISA CACCIARI

Guarda il filmato

Trentacinque anni dopo Manutencoop è un’azienda grande e solida, che è cambiata molto. Ad esempio tanti colleghi oggi arrivano da paesi stranieri…

Sono contenta che ci siano, è gente che lavora, poi, certo, il mondo è tutto uguale, ci sono onesti e disonesti a Bologna e a San Lazzaro come in altri paesi. A me fa piacere comunque confrontarmi con culture diverse. E aggiungo una cosa, mi fa piacere sottolinearla anche se non mi ha meravigliata: abbiamo organizzato la raccolta fondi per i colleghi dell’Abruzzo e i colleghi di provenienza straniera hanno dato in proporzione più dei colleghi italiani. Questa è solidarietà.

Levorato

 

Recentemente MFM si è “comprata” un’impresa come Pirelli RE IFM. Che effetto ti ha fatto questa nuova acquisizione?

Devo dire che non mi ha fatto tanto effetto. Ormai con Levorato è diventata una cosa normale, capita sempre qualcosa di nuovo! Una mattina mi ha detto: “Sai che compriamo la Pirelli?”. E io ho detto: “Ah si? Vuoi un caffè?”. Normale. Però devo andare a Milano a vedere, uno di questi giorni vado a dare un’occhiatina, vedo come si comportano…

Per finire, che effetto fa festeggiare 35 anni in cooperativa?

Sono contenta, mi hanno anche fatto una bellissima festa e ringrazio Ilaria per l’ottima organizzazione. Ho pianto da morire e mi sono divertita tanto. Sono felice di esserci arrivata così, con i valori che avevo nel ’74 quando andavo a casa in bici, con lo stesso entusiasmo di allora, senza cambiare.

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