LA PROSPETTIVA: 20 20 20, il terno europeo per la sostenibilità
Un numero che ricorre tre volte e che ricorda a tutti i Paesi dell’Ue quali sono gli impegni per un futuro più sostenibile entro il 2020: -20% di gas serra, -20% di consumi energetici, +20% di energie rinnovabili. È questo il futuro verde del vecchio continente?
“Il 2010 deve segnare un nuovo inizio. Voglio che l’europa esca rafforzata dalla crisi economica e finanziaria”. Questo il monito espresso con forza dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso nella premessa al documento in cui si stabiliscono le strategie dell’Unione europea per una crescita intelligente, quindi basata sulla conoscenza e sull’innovazione, sostenibile sotto il profilo delle risorse e inclusiva sia rispetto al tasso di occupazione che rispetto alla coesione sociale e territoriale.
Tra i punti focali di questa strategia figura l’azione di contrasto ai cambiamenti climatici già prefigurata in un documento del 2008 con cui l’Unione ha deciso di adottare una strategia integrata in materia di energia e clima secondo alcuni precisi obiettivi che dovranno essere raggiunti entro il 2020. Lo scopo è quello di indirizzare i 27 Paesi verso un futuro sostenibile attraverso lo sviluppo di un’economia a basse emissioni di Co2 improntata all’efficienza energetica. Per questo 20 20 20 è divenuta simbolicamente la formula della sostenibilità europea in prospettiva, essendo stati definiti alcuni obiettivi prioritari che trovano un riferimento proprio in questa cifra: riduzione dei gas ad effetto serra del 20% rispetto al 1990, riduzione dei consumi energetici del 20%, soddisfazione del 20% del fabbisogno energetico attraverso l’utilizzo delle energie rinnovabili.
L’europa si è posta anche altri traguardi altrettanto ambiziosi che favoriscano uno sviluppo economico e sociale equilibrato: l’aumento dal 69% al 75%, sempre entro il 2020, del tasso di occupazione delle persone in età tra i 20 e i 64 anni, l’innalzamento al 3% della parte di Pil destinata a sostenere la ricerca, la riduzione dal 15 al 10% del tasso di abbandono scolastico e, parallelamente, l’aumento della quota dei cittadini europei tra i 30 e i 34 che abbia compiuto studi superiori dal 31 al 40%.
Infine, l’Unione si prefigge, entro il 2020, di ridurre del 25% la percentuale dei cittadini europei che vivono al di sotto della soglia di povertà. Buon lavoro europa.
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