IL BANCONE DEL BAR
di MASSIMO CIRRI
biografia
due sorsi di confidenze
Scatti di storia
> Guarda qua. Ho comprato questo smartphone
che funziona che è una meraviglia.
Anche come macchina fotografica. E
adesso faccio più foto io in un giorno che
Oliviero Toscani in un anno. E mi vengono
benissimo. Scatti meravigliosi, sono un
mago dell’immagine. Vuoi vedere quelle
che ho fatto oggi? Adesso te le faccio
vedere.
> Dopo, grazie.
> No, guarda... Guarda questa: uno scatto
al volo, stamattina. Sono in macchina, sto
venendo al lavoro, son fermo al semaforo
e colgo l’attimo: viale sulla circonvallazione,
auto in coda, semaforo rosso sullo
sfondo che si staglia nella luce nitida del
cielo blu tendente al violetto delle sette
del mattino. E le luci delle macchine, da
dietro. Guarda che luci: rosso lucido, rifrazioni,
macchie. Ma macchie nitide. E
tutte in fila. Aloni luminosi, rossi e arancioni.
Guarda che roba. La vedi la potenza
espressiva dell’immagine?
> La vedo.
> Tutto qui?
> La vedo, si.
> Come sarebbe a dire “la vedo”? Se non
hai perso la vista dall’ultima volta che
ci siamo visti, che sarebbe tre ore fa, è
chiaro che la vedi.
> E allora?
> E allora devi dire che ne pensi
> Insomma
> Insomma cosa?
> Hai fatto una foto ad una fila di macchine
in coda al semaforo.
> Non una. Ne ho fatte diciotto. Poi tengo
la migliore. Ma son belle tutte. No, le
tengo tutte.
> Una fila di foto di macchine in fila al semaforo?
Bell’idea, davvero, complimenti.
> Percepisco del sarcasmo
> Figurarsi. Bella foto, certo. Diciamo
così: non originalissima.
> Come sarebbe a dire?
> Che mi pare di averla già vista
> Tu una fotografia così l’hai già vista?
> No.
> E allora?
> Allora cosa?
> Allora perché dici che l’hai già vista?
> Perché una cosa così la vedo ogni mattina
al semaforo. Una coda di macchine:
a volte un pò più lunga a volte un po’ più
corta.
> E quindi?
> Quindi quando è corta è meglio. Vuol
dire che c’è meno traffico e arrivo prima
> No.
> No, cosa?
> Non che non arrivi prima. E’ che non ci
arrivi proprio.
> Al lavoro?
> A capire qualcosa di quello che c’è in
una fotografia. Perché una fotografia bisogna
saperla guardare.
> Se lo dici tu.
> Guarda quest’altra. Guarda che immagine,
che scatto ho fatto ieri a Zot.
> Zot? Chi è Zot?
> Il gatto della mia vicina di casa.
> Adesso fotografi anche i gattini?
> Se sai cogliere l’attimo, se sai vedere,
fotografi tutto.
> Secondo me tu vuoi cogliere qualcosa
dalla vicina di casa. E non credo sia il gatto.
Adesso per fare il cascamorto con le
ragazze usi anche la fotografia?
> Non è questo.
> E che cos’è, allora?
> È il riuscire a capire cosa c’è dentro una
fotografia. Quante cose ci possono stare.
Quello che ti dicono. Le persone, le cose,
in una fotografia, parlano. Sono lì, ferme.
Fissate per sempre. Ma si muovono e ti
parlano. Dicono qualcosa.
> Forse hai ragione.
> Quando tu mi dai ragione io mi preoccupo.
> No. A volte persino tu hai ragione. Capita
di rado, si, ma capita. Guarda questa, di
foto, ce l’ho sul telefonino. La riconosci?
> L’hai fatta tu?
> L’ho scaricata dal sito
> E’ la foto di gruppo al Teatro Comunale
> Quella.
> La grande foto dopo la serata di novembre.
Quella per festeggiare gli ottant’anni
di Manutencoop.
> Che adesso si dice Rekeep
> Giusto. C’è anche quello
> Quello cosa?
> Tutto quello che è cambiato e quello che
è rimasto uguale. Se lo guardi bene c’è
tutto in questa foto. Ottant’anni di storia,
ottocento persone in una foto sola. Un
mucchio di cose, tutte in una fotografia.
I dipendenti, i soci, quelli che hanno contato
qualcosa in questa storia.
> In una fotografia ci possono stare dentro
molte cose davvero
> Qui ci sono i 16 operai un po’ visionari
che il 18 novembre 1938 iniziarono questa
storia. Non si vedono ma se riesci a guardare
bene ci sono.
> Li vedo, li vedo. Si occupavano di treni.
Erano “carbonini”, spalatori di carbone,
lavoravano di braccia. Si chiamarono “Società
Anonima Cooperativa per Manovalanze
Ferroviarie”
> E c’è la storia di Bologna che si intreccia
con la nostra, di Manuntencoop
> E adesso di Rekeep
> Quella. C’è Hitler che arriva a Bologna,
in treno, proprio in quell’anno. E c’è la ricostruzione
dopo le macerie della guerra,
ci sono le manifestazioni in piazza degli
anni ’70...
> E c’è la strage della Stazione, il 2 agosto
dell’80.
> E’ come se ci fosse tutto.
> C’è tutto. Se ci guardi bene c’è in questa
fotografia c’è tutta una storia di diritti
del lavoro, di dignità, di mestieri umili...
> Di dignità dei mestieri umili.
> E c’è la banda, i Rulli Frulli, che hanno
suonato quella sera.
> Si. Se la guardi bene, questa fotografia,
si sentono anche i tamburi.
> Un ingresso trionfale a teatro.
> Un teatro luminoso.
> Con dentro noi.
> In questa fotografia ci siamo noi.
> Hai ragione: ci siamo noi.
Attualità
Un Gruppo sempre più internazionale
Attualità
di Chiara Filippi
Il 2020 e i primi mesi del 2021 si sono rivelati soddisfacenti in termini economici per rekeep. Prosegue la crescita all’estero che rimane il principale obiettivo anche in futuro.
Welfare Aziendale
I giovani protagonisti del futuro
Welfare Aziendale
a cura della Redazione
Numeri da record per l’XI edizione di “Un futuro di valore”, che in questo anno di ripresa ha premiato con le tradizionali borse di studio 392 studenti delle scuole superiori e universitari, figli dei dipendenti delle società del Gruppo.
Gente come Noi
La nostra forza
Gente come Noi
di Chiara Filippi
In tre interviste gli ingredienti del successo di Rekeep: passione e responsabilità, voglia di riscatto ed orgoglio, competenza e senso di appartenenza.