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Sostenibilità

di Giancarlo Strocchia

traduzione: eng | عربي

Al S.Orsola-Malpighi una centrale del futuro

Un intervento del valore di 37,4 milioni di euro, realizzato da manutencoop facility management, ha consentito di dotare una delle principali strutture sanitare della regione, e del paese, di un impianto di trigenerazione energetica che permette un taglio ai consumi energetici del 27% rispetto al sistema presente precedentemente e una riduzione delle emissioni in atmosfera pari al 31%.

Efficientamento energetico. Un concetto che per molti conserva contorni di senso poco definiti e i cui effetti in campo pratico, non sono sempre ben chiari. Per questo è utile ricorrere ad un esempio di eccellenza, come quello rappresentato dalla nuova centrale di rigenerazione che produce tutta l’energia necessaria a far funzionare il Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Una grande impianto firmato, grazie anche all’innovativa formula del project financing, da Manutencoop Facility Management, capogruppo di un’ATI (Associazione temporanea d’impresa) con Siram e Iter Soc. Coop che successivamente, insieme a Sinloc, ha dato vita a Progetto Isom, società di scopo che ha realizzato l’intervento e gestirà gli impianti. Un’idea e un progetto che vengono concepiti alcuni anni or sono. L’ospedale bolognese, tra i principali presidi sanitari non solo del capoluogo emiliano ma dell’intero Paese, è in costante sviluppo. Nuovi reparti, come il Polo Chirurgico e delle Emergenze e Polo Cardio Toraco Vascolare impongono esigenze di approvvigionamento energetico sempre più urgenti; a questa necessità si aggiunge il bisogno di rinnovare completamente la dotazione impiantistica del campus, risalente ad oltre 40 anni fa. Una nuova centrale che garantisca sicurezza, sostenibilità e risparmio diventa non più procrastinabile.

Prima dell’installazione del nuovo impianto di trigenerazione, il Sant’Orsola poteva contare su due centrali termiche che producevano acqua surriscaldata e vapore, distribuiti in tutto il Policlinico con un rendimento, a causa dell’età dei generatori e delle caratteristiche della rete, pari a circa il 60%. Fino a questo momento la refrigerazione è a carico di numerose centrali frigorifere, ciascuna al servizio di diversi padiglioni. Tutto questo fino al 2009, quando l’Azienda sanitaria a cui fa capo il Sant’Orsola approva lo studio di fattibilità per la realizzazione della nuova centrale che avrebbe unito in sé produzione di energia elettrica, termica e frigorifera, prevedendo anche il contestuale rifacimento delle reti impiantistiche infrastrutturali mediante sistemi tecnologicamente avanzati. A fronte di questa decisione viene indetta una gara vinta, come detto, dall’ATI “capitanata” da Manutencoop Facility Management.

Levorato: “Questo progetto è la dimostrazione concreta e tangibile di come la finanza di progetto possa rappresentare una risposta seria e realistica ai bisogni infrastrutturali di una città o di una struttura sanitaria.”

Il progetto della nuova centrale, la cui predisposizione e direzione dei lavori sono stati affidati a CAIREpro, Cooperativa Architetti Ingegneri Progettazione di Reggio Emilia, si distingue per livello di innovazione e per efficienza produttiva d’energia. Per la realizzazione dell’intervento, il cui costo complessivo è stato di 37,4 milioni di euro, 4 milioni sono arrivati da fondi statali e regionali, mentre l’importanza del progetto ed il piano economico finanziario messo a punto da Sinloc hanno permesso al raggruppamento di imprese di accedere a un finanziamento ventennale del valore di circa 32 milioni di euro, erogato dal Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica EEEf (primo esempio a livello nazionale di “obbligazioni di progetto - Project Bond”).

I lavori sono così potuti partire nel 2012. Lo scavo è stato effettuato in adiacenza ad alcuni edifici vincolati, mantenendoli in attività, e della storica ciminiera della vecchia centrale. La centrale termica è articolata su due livelli: quello inferiore (-10 m circa di profondità) ospita le caldaie, mentre il piano superiore accoglie fra l’altro i gruppi di pressurizzazione, i ventilatori che inviano aria ai bruciatori e le canalizzazioni per l’espulsione dei fumi della combustione.
La centrale di cogenerazione occupa tre livelli del vicino padiglione 19: il piano terreno è occupato dai cogeneratori, affiancati da ventilatori (raffreddamento e combustione), mentre ai piani superiori si snodano le canalizzazioni per l’espulsione dei fumi con i diversi sistemi di recupero e abbattimento che, assieme a quelli delle caldaie, transitano dentro la torre preesistente sbucando sulla sommità.

Nello stesso padiglione si trova anche la centrale di trasformazione, che eleva l’elettricità prodotta dai cogeneratori alla media tensione per l’immissione nell’anello di distribuzione dell’ospedale. Questa zona è equipaggiata con un soffitto schermante, completamente placcato mediante lastre metalliche in lega diamagnetica. Ultima in ordine di realizzazione (gennaio 2017) è la centrale frigorifera, situata sempre nel Padiglione 19 in alcuni locali a lato della torre. La nuova centrale ha un profilo molto virtuoso e sostenibile: grazie alla sua fisionomia consente un taglio ai consumi energetici del 27% rispetto al sistema presente precedentemente e, ancora più importante da un punto di vista ambientale, una riduzione delle emissioni in atmosfera pari al 31%. Un’operazione non solo economicamente proficua, ma che si connota per un elevato valore ambientale e operativo.

Questo progetto è la dimostrazione concreta e tangibile di come la finanza di progetto possa rappresentare una risposta seria e realistica ai bisogni infrastrutturali di una città” - ha voluto rimarcare il presidente di Manutencoop Società Cooperativa, Claudio Levorato nel corso dell’evento di inaugurazione della centrale, il 20 ottobre del 2017. “La formula del project financing, come avvenuto qui al Sant’Orsola, può consentire alle Pubbliche Amministrazioni, sempre più a corto di risorse finanziarie dirette, di realizzare comunque importanti investimenti a beneficio della collettività - ha sottolineato Levorato - e nel caso di interventi di efficientamento energetico come questo gli aspetti vantaggiosi di questa formula sono particolarmente evidenti: i nostri investimenti saranno remunerati solo se avremo costruito centrali efficenti, capaci cioè di generare, a parità di servizio garantito al Policlinico, minori consumi e quindi minori costi nei prossimi anni in cui gestiremo l’impianto. L’interesse a, come si suol dire, “fare un lavoro fatto bene” in fase di costruzione o riqualificazione, è innanzitutto nostro, del costruttore che sarà successivamente gestore”. Un commento a cui si aggiunge la riflessione di Antonella Messori, Direttore generale del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi: “Quello che abbiamo inaugurato può essere pensato come il sistema vascolare e cardiocircolatorio del Policlinico: quando funziona bene non ci accorgiamo della sua esistenza ed importanza eppure è fondamentale per la nostra attività. Anche in ospedale c’è chi sta in prima linea, in corsia a curare i pazienti, e chi nelle retrovie, come chi si occupa degli aspetti tecnici e impiantistici, tutti sono importanti per garantire il funzionamento della struttura.

Agosto 2018

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