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Assemblea 2015

traduzione: eng | عربي

di Chiara Filippi

Meno nuvole all’orizzonte

Complice la crisi il 2014 non ha brillato e il bilancio del gruppo presentato in assemblea è la “rappresentazione numerica dei tempi difficili che stiamo vivendo”. Ma Manutencoop, lo ha annunciato il presidente Levorato, sta già scaldando i motori per ripartire. Puntando sullo sviluppo all’estero e grazie a una riorganizzazione aziendale che coinvolgerà soprattutto i giovani manager, l’azienda si prepara ad affrontare la ripresa.

Il presidente Claudio Levorato l’ha definito “un anno orribile” che tuttavia Manutencoop ha saputo superare contenendo i danni. Ed ora è arrivato il momento di scaldare i motori per ripartire. Non ha usato eufemismi Levorato nella sua relazione davanti all’Assemblea dei Soci riunitasi a Sasso Marconi lo scorso 6 giugno, per illustrare il Bilancio 2014 del Gruppo, con un intervento estremamente franco e intenso, davanti ad oltre 500 presenti, compresi il Presidente Nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, il Presidente Regionale Giovanni Monti e Rita Ghedini, Presidente di Legacoop Bologna.

Un Bilancio che è esattamente la “rappresentazione numerica dei tempi difficili che stiamo vivendo” ha precisato il Presidente: 12 mesi in cui Manutencoop si è trovata ad affrontare, nel bel mezzo della crisi economica più dura dal dopoguerra ad oggi, difficili vicende giudiziarie e pesantissimi attacchi da parte del mondo dell’informazione che “hanno realmente compromesso la nostra reputazione imprenditoriale”, messo a rischio il rapporto con i clienti e compromesso svariate opportunità.

SE FOSSE
UNA CANZONE...

“Le nuvole” (1990)

di Fabrizio De André

Tratta dall’omonimo album del cantautore genovese, il penultimo, il testo è recitato, due voci di donne, una anziana e una giovane si intrecciano.

Il 2014
in numeri

Gruppo Manutencoop

(Dati al 31 dicembre 2014,
in milioni di euro)

975,9Ricavi consolidati

95,5Ebitda

1,6Risultato Netto

275,1Patrimonio Netto
(di pertinenza del Gruppo)

20.096Dipendenti
(dati al 31 marzo 2015)

Il mercato e i numeri
Innanzitutto il mercato del Facility Management, a causa della crisi complessiva, è profondamente cambiato: efficientamento (ovvero tagli alla spesa nel pubblico, focus esclusivo sulla riduzione dei costi nel settore privato), contrazione della domanda come effetto indiretto della crisi degli altri settori, riduzione generalizzata dei prezzi dei servizi sono diventati le parole d’ordine nel settore della gestione e manutenzione immobiliare. Pur dovendo confrontarsi con un contesto così difficile, tuttavia Manutencoop ha saputo reggere: “Abbiamo registrato una flessione dei volumi consolidati, siamo tornati sotto il miliardo (975,9 milioni) di euro di fatturato” ha sottolineato Levorato, ma la flessione è stata decisamente più contenuta rispetto alle aspettative. Ed a fronte della riduzione dei Ricavi è comunque ulteriormente cresciuto il numero dei dipendenti: 20.096 (a marzo 2015) perché Manutencoop “ha saputo modificare il mix delle attività incrementando quelle ad alto contenuto di lavoro, come le pulizie”. Guardando alla redditività il discorso, per usare sempre le parole di Levorato, “è un po’ meno consolatorio”: la riduzione della redditività è evidente con un Ebit pari a 44,9 sceso ai livelli del 2005 e rende l’idea di quanto “colpisca forte” la crisi attuale. Mentre è, conseguentemente, in calo anche il Risultato Netto, pari a 1,6 milioni, note positive arrivano invece dai dati patrimoniali e finanziari: “Dopo aver toccato nel 2012 l’indebitamento massimo di 597 milioni di euro – ha illustrato Levorato – siamo riusciti a scendere fino a 363 milioni alla fine dello scorso anno, è un segnale molto positivo di consolidamento patrimoniale e si tratta, principalmente, di debiti a lungo termine grazie al bond emesso nel 2013”.

Le scelte e le azioni avviate
Sono lontani i risultati con percentuali di crescita a due cifre degli anni passati, ma come ha rimarcato Levorato: “seppure ridotti, sono risultati non scontati, frutto di azioni dell’azienda importanti e severe” comprese procedure di mobilità volontaria, cassa integrazione, incentivi, progetti di outplacement sostenuti dall’azienda. ”Per fortuna abbiamo i nervi saldi – ha sottolineato il Presidente – sappiamo cosa fare e abbiamo un gruppo dirigente molto valido che ha saputo sterzare, reagendo costantemente via via che si presentavano criticità operando ristrutturazioni e revisioni di strategia. Ha saputo fare quello che deve fare un gruppo dirigente”.

“Abbiamo avuto – ha proseguito il Presidente - un miglioramento di produttività enorme nei cantieri. Abbiamo saputo reggere rilevanti riduzioni dei prezzi, riorganizzando il nostro personale non in un clima di guerra ma di consenso. Abbiamo applicato criteri di grande equità anche nel momento in cui siamo arrivati a fare scelte dure”. Parallelamente è stata operata una decisa riduzione dei costi generali indiretti di cui si vedranno gli effetti positivi a partire dal 2015 e sono state cedute, o sono in corso di cessione, società in settori che avevano portato perdite in passato, come Smail, attiva nel settore della pubblica illuminazione, o il settore Documentale.

È stata ceduta anche Mia, un piccolo “gioiello” costruito da zero perché si è resa necessaria una revisione della strategia imprenditoriale complessiva: “Quando la situazione cambia bisogna saper mettere in discussione anche le scelte strategiche – ha spiegato Levorato - Avevamo voluto sviluppare società specializzate per svolgere nuovi servizi nell’ambito dell’edificio, purtroppo tra i nostri clienti ha preso piede un trend assolutamente opposto: si torna verso una domanda non integrata di servizi. La strategia adottata da Telecom Italia ne è un esempio: si acquistano singoli servizi o pluralità di servizi ma non gestione integrata. Dobbiamo prenderne atto e restringere la prospettiva alle nostre attività tradizionali: pulizie, manutenzione e gestione dell’energia, attività, quest’ultima, su cui puntiamo molto perché l’efficientamento energetico è una delle scommesse per rimettere in moto questo Paese”.

Tutte le azioni messe in campo, Levorato ci tiene a sottolinearlo, sono state perseguite “avendo un faro sempre davanti a noi: l’equità”. Perché, aggiunge, “noi non buttiamo via le persone, le persone sono un valore. Io rivendico tutto questo, non ci sto a che la nostra azienda venga dipinta, anche da certi sindacalisti, come una impresa che fa sfracelli. Vorrei che chi critica mi portasse degli esempi, anche in relazione ai comportamenti di altre aziende analoghe alla nostra. Noi agiamo con grande rispetto nei confronti delle persone, sono un valore, sono il futuro della nostra azienda”.

Ed è proprio sulla base di questo convincimento che in Manutencoop sono stati costituiti, da un paio d’anni, due gruppi di lavoro che hanno coinvolto giovani quadri o dirigenti tra i 30 ed i 40 anni per ridefinire, l’uno, i parametri per il controllo della performance sociale e, l’altro, le scelte di carattere strategico e organizzativo alla basedella riorganizzazione della struttura aziendale che verrà definita entro quest’anno. Con un obiettivo fondamentale: decentrare, portando verso il basso il potere decisionale e la gestione.

“Abbiamo bisogno – ha aggiunto Levorato - di affidare maggiori responsabilitàin periferia altro che ‘un uomo solo al comando’ come insinua qualcuno. Perché solo cosi si dà valore alle persone. Questo è il metodo con cui si opera in questanostra azienda”.

Il futuro
Ma quali sono ora le prospettive? Secondo Levorato il 2014 è stato “orribile” ma dopo la “sterzata”, avviata già nei mesi scorsi, il Gruppo è pronto per riprendere a crescere. Il 2015 sarà ancora un anno di transizione, a partire dal 2016 però è attesa una lenta ripresa grazie alla scelta di focalizzarsi sulle attività più “tradizionali” di Manutencoop (come pulizie e manutenzioni) e dalla crescita all’estero, ambito su cui il Gruppo punterà molto.

“Sul piano finanziario – ha aggiunto Levorato- contiamo di ridurre ulteriormente la posizione finanziaria netta e prevediamo negli anni di raggiungere anche buoni risultati netti. Sul piano societario è prevista, inoltre, l’uscita dei fondi di private equity da Manutencoop Facility Management: stiamo lavorando per cercare un accordo con i fondi considerando anche la possibilità di riacquistarci il 100% dell’intera societàvisto che non è una prospettiva realistica quella diandare in quotazione a breve come prevedeva il progettoiniziale”.

Infine, per quanto riguarda lo sviluppo organizzativo, con il supporto di una primaria società di consulenza, Manutencoop sta lavorando alla ridefinizione di una nuova organizzazione: il fulcro saranno i capi area ai quali verrà data una notevole autonomia gestionale. “Costruiremo le condizioni – ha detto Levorato- per una crescita del livello di responsabilità di quei trenta - quarantenni che sono il nostro futuro”.

Levorato

INCHIESTE E MEDIA

Levorato: “È stato un anno difficile, ma sono fiducioso”

Il 2014 è stato un anno caratterizzato pesantemente da svariate vicende giudiziarie amplificate da attacchi mediatici senza precedenti a Manutencoop ed al suo Presidente. Claudio Levorato nel suo intervento in Assemblea, non ha mancato, con la franchezza con cui è solito condividere con soci e dipendenti successi e difficoltà dell’azienda, di ricordare tutte le tappe che hanno segnato 12 mesi difficili. Iniziati con l’inchiesta di Brindisi passando per la cosiddetta inchiesta “Expo” o i tentativi, principalmente sulla stampa, di associare in qualche modo il nome di Manutencoop all’inchiesta “Mafia Capitale”: vicende che hanno trovato ampio spazio sui media, in molti casi con toni pesantemente diffamatori o inserite in ricostruzioni fantasiose e strumentali.

“Ribadisco un concetto solo: sono fiducioso – ha sottolineato Levorato al termine del resoconto - Sono convinto che verrà dimostrata assolutamente l’insussistenza dei fatti che sono stati contestati a Brindisi, l’assoluta estraneità al tentativo di turbativa d’asta a Milano e l’estraneità alle altre vicende che ci vogliono cucire addosso”.

Nonostante la fiducia non sia venuta meno, l’ “annus horribilis” da poco conclusosi ha però lasciato il segno: “Ho vissuto in questo ultimo anno una fase molto dura – ha ammesso davanti a soci e dipendenti - molto difficile, non lo nascondo. Credo di aver lasciato molto di me, soprattutto ho lasciato l’atteggiamento più “incantato” che avevo prima: ero molto più sognante, più convinto che si possono fare le cose, che si può cambiare, che si può migliorare, che si può realizzare il bene delle persone che sono sempre le ultime nella nostra società, i lavoratori. Quelli che pagano di più questa crisi durissima e che sono da sempre il mio punto di riferimento”.

“Oggi mi sento meno forte nel praticare questa speranza e questa è la ferita più grave che io abbia subito. Credo però di poterla rimarginare solo se questa speranza continuerà ad essere coltivata da voi – ha detto rivolto all’Assemblea – dall’azienda, dai più giovani in modo particolare e nell’ambito del nostro movimento cooperativo”.

“Io e questa azienda siamo un pezzo del movimento cooperativo“ e tutti insieme dobbiamo essere, ha aggiunto, “portatori di valori che non sono tramontati. Il PCI è morto, qualcuno dice che è morta pure la sinistra: è tutto vero però gli ultimi, i “poveri cristi” rimangono sempre tali, restano in fondo alla scala della società e nella distribuzione del reddito continuano sempre a stare peggio di altri”.

Contribuire a costruire, attraverso il lavoro, opportunità di riscatto per gli ultimi “non so più se è di sinistra o di destra, non so più se è nel solco della tradizione e quant’altro - ha concluso Levorato tra gli applausi - so solo che è la cosa che vorrei fare per tutto il resto della mia vita”.

MANUTENCOOP FACILITY MANAGEMENT

Un 2014 “non semplice” ma migliora l’indebitamento

Il 2014 non è stato un anno semplice per Manutencoop Facility Management: i principali risultati economici sono in calo rispetto all’anno precedente principalmente in conseguenza della difficile congiuntura macroeconomica.

Segnali positivi arrivano tuttavia dall’Indebitamento Finanziario netto che rispetto al 31 dicembre 2013 si è ridotto di 53 milioni, passando dai 343, 6 milioni del 2013 ai 290,6 milioni al 31 dicembre 2014.

Nell’esercizio 2014, il Gruppo MFM ha registrato Ricavi consolidati pari a 974,3 milioni di euro, rispetto ai 1.045,0 milioni di euro relativi all’esercizio 2013.

L’EBITDA (Margine Operativo Lordo) del Gruppo MFM è stato pari a 92,9 milioni di euro, rispetto ai 112,6 milioni di euro registrati al 31 dicembre 2013 mentre l’EBIT (Risultato Operativo) ha toccato i 47,0 milioni di euro, rispetto ai 60,8 milioni di euro registrati nell’esercizio 2013.

L’Utile Netto, infine, al 31 dicembre 2014 del Gruppo MFM era pari a 12,6 milioni di euro, rispetto ai 14,1 milioni di euro al 31 dicembre 2013.

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