CONSIGLI VERDI
A tu per tu con la natura
Il buono che arriva dal freddo

di Gabriele Dall’Olio
biografia
Quando si parla di semine e trapianti da eseguire nell’orto è ovvio che si pensa al periodo primaverile/estivo. In effetti questo è in gran parte vero, nel periodo invernale vengono solitamente svolte le lavorazioni preparatorie come: estirpazione delle vecchie colture, concimazione e vangatura. Pur prevedendo che una parte della superficie dell’orto dovrà essere preparata in questo modo per essere pronta a primavera, potrebbe essere interessante cimentarsi in una vera e propria “sfida”, quella di coltivare ortaggi anche nel periodo freddo, casomai utilizzando qualche accorgimento.
Mi rendo
conto che questo è un passaggio che solo i più esperti e motivati
orticultori casalinghi decideranno di fare, ma perché non
sfruttare anche i mesi freddi per cimentarsi in questo piacevole
hobby?
La coltivazione autunno invernale ha due possibilità per essere
realizzata e cioè: la semina/trapianto tardo estiva, con
raccolta tardiva entro fine anno; oppure la semina/trapianto
finanche a dicembre, con raccolta precoce nel mese di
marzo-aprile.
Sono molte le cose da tenere in considerazione nel caso si
voglia intraprendere questo tipo di coltivazione.
Innanzitutto
è fondamentale la zona geografica dove risiede l’orto, l’Italia
infatti è molto “lunga” e coltivare nelle fredde ed umide zone
padane è molto diverso che farlo nelle più miti regione del
sud. Nelle zone dove il freddo invernale può farsi pungente è
necessario pensare all’utilizzo di tessuti pacciamanti se non
alla costruzione di protezioni specifiche.
Anche la scelta del tipo di ortaggi è fondamentale, così come
la tecnica che si utilizzerà per la loro messa a dimora e coltivazione.
Esistono infatti degli ortaggi invernali che resistono
alle basse temperature e alla diminuzione del periodo di luce
solare (fotoperiodo).
Di seguito si indicano alcuni gruppi di orticole particolarmente
adatte alla coltivazione anche nei mesi freddi.
ORTAGGI A BULBO: aglio, porro, cipolla, carota, rapanelli e rape,
che sviluppano soprattutto sotto terra e quindi risentono
meno del freddo.
ORTAGGI DELLA FAMIGLIA DELLE BRASSICACEE ED ASTERACEE: carciofo,
cardo e tutti i tipi di cavoli possibili ed immaginabili,
che hanno i tessuti duri e coriacei, particolarmente resistenti
alle basse temperature.
ORTAGGI DA TAGLIO come: cicoria, indivia, lattuga e spinaci,
sicuramente più sensibili delle piante precedentemente descritte
ma che, con qualche protezione, vegetano anche nei
mesi freddi e possono dare buoni risultati.
SE FOSSE
UNA CANZONE...
“Strawberry Fields Forever” (1967)
dei Beatles
Singolo estratto dall’album Magical Mystery Tour, composta da John Lennon venne pubblicata, anche in un singolo, con Penny Lane di Paul McCartney.
La maggior parte degli ortaggi da bulbo (cipolle, porri, etc.)
può venire posta a dimora all’aperto fino alla fine dell’autunno
in modo tale che, prima dell’arrivo del freddo intenso, si possano
irrobustire nel terreno. Non appena arriveranno i primi
tepori (marzo?) la pianta si svilupperà velocemente e potrà
essere fatta una prima raccolta di bulbi precocissimamente.
Broccoli, verze, cavoli cappucci, cavolfiori, cavoli neri e rape
sono specie che devono essere piantate alla fine dell’estate
affinché vegetino nel periodo freddo e siano pronte per la raccolta
alle prime gelate invernali.
Tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre potrete
ancora seminare gli spinaci e la cicoria, scegliendo le varietà
giuste. La varietà invernale della lattuga si semina da settembre
in poi, la temperatura ideale di crescita è di 15 gradi. Anche
le varietà precoci di pisello possono essere seminate in
questo periodo. La necessità di privilegiare le varietà precoci
e precocissime è importante, poiché questa caratteristica ci
assicura che le piantine meglio si adatteranno alle giornate in
cui la luce è scarsa ed il clima tendente al freddo.
Tornando a quanto accennato in precedenza è possibile ottenere migliori risultati se si adottano alcuni accorgimenti, che possono essere facoltativi in zone miti, ma obbligatori al nord Italia. La necessità è quella di diminuire l’impatto delle basse temperature sulla vegetazione e questo scopo lo si ottiene attraverso l’utilizzo di pacciamatura, letti di coltivazione rialzati, tunnel e serre.

PACCIAMATURA
Questa tecnica, utilizzata soprattutto per limitare la presenza
delle erbe infestanti e aumentare l’umidità del terreno, è anche
molto utile per offrire alle piante, soprattutto al loro apparato
radicale, una valida protezione dal freddo. Escludendo i materiali
plastici per ovvie ragioni, si possono utilizzare materiali
naturali come: paglia, letame maturo, foglie secche e corteccia
di pino. In alternativa esistono dei teli biodegradabili a base di
amido di mais oppure in tessuto non tessuto, anch’essi biodegradabili
anche se in periodi molto più lunghi.
Si tratta di coprire la base delle piantine, oppure la superficie
seminata, con uno strato di questa pacciamatura che tiene al
caldo i nostri ortaggi, proprio come una coperta su un letto.

LETTI DI COLTIVAZIONE RIALZATI
Il principio è quello della lettiera di un semenzaio, dove vengono
disposti alcuni strati di terreno sopraelevati da terra. Per il
contenimento della terra si può utilizzare cordoli in legno, tufo
o mattoni. Il rialzo deve essere almeno di 20 cm e la superficie
deve essere sagomata leggermente a schiena d’asino, in modo
tale che l’acqua superficiale sgrondi via con facilità.
La base della lettiera è meglio se viene riempita di letame maturo,
che aumenterà l’effetto coibentante rispetto al freddo
terreno sottostante. Sopra a questo verrà poi steso del buon
terreno vegetale, lo stesso che viene utilizzato nell’orto. Questa
tecnica permette alle colture di rimanere più calde e anche
più asciutte dal momento che l’acqua non potrà mai ristagnare.

TUNNEL E SERRE
Con l’adozione di questo tipo di soluzioni si ha davvero la possibilità
di produrre una numerosissima tipologia di orticole altrimenti
impossibili da coltivare a cielo aperto d’inverno.
Vi sono tantissime tecniche per realizzare un riparo per i nostri
ortaggi, partendo da un semplice tunnel in pvc, fino ad arrivare
a serre auto-costruite (vendute in kit di montaggio), dov’è
possibile predisporre perfino un riscaldamento!
Come si può
facilmente immaginare il limite alla realizzazione di una serra
perfetta è quello legato ai costi di realizzazione.
Sia la serra che il tunnel hanno la facoltà di mantenere una
temperatura al loro interno superiore di alcuni gradi rispetto
all’esterno, garantendo così un ambiente più favorevole alla
crescita delle piante. Se poi la copertura è realizzata su un letto
di coltivazione rialzato il risultato è ancora più evidente.
Nei casi in cui il budget sia molto ristretto e non si vuole perdere
troppo tempo il tunnel è senz’altro la soluzione migliore. La
sua realizzazione richiede solo degli archi da infiggere nel terreno.
Si possono utilizzare archi in legno (rami “elastici” come
il vimini) oppure in ferro o plastica. Se gli archi sono molto grandi,
perché si vuole costruire un tunnel abitabile, si dovrà predisporre
anche una serie di tubi longitudinali per dare robustezza
alla struttura. Successivamente la si dovrà ricoprire con un film
plastico, rincalzato lungo i due lati lunghi. È importante che le
due estremità (testate) rimangano apribili, per assicurare un
ricambio d’aria che eviti l’insorgere di muffe e del surriscaldamento
dell’aria.
Nelle giornate soleggiate è infatti necessario
aprire il tunnel e lasciare che l’aria circoli liberamente.
La serra è invece una soluzione più bella e definitiva, richiede
un investimento maggiore e può avere una infinità di possibili
variabili costruttive. In rete (internet) vi sono decine di aziende
che offrono soluzioni che vanno dalla serra fredda con solo una
porticina, alla serra riscaldata con porte, finestre e banconi interni
per la coltivazione. Basta scegliere secondo le proprie
tasche e le proprie esigenze.
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