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Speciale assemblea

traduzione: eng | عربي

di Chiara Filippi

Orgoglio e partecipazione

L’Assemblea di bilancio del 24 Maggio scorso ha confermato alcuni punti fermi nel panorama aziendale: una compagine sociale fortemente motivata a sostenere l’azienda nel suo percorso di crescita, la fiducia riposta nell’operato del presidente Levorato riconfermato nella sua carica e risultati positivi che dimostrano la competitività del gruppo.

“Non ce la farete a commuovermi. Provateci, ma non ce la farete”. Esordisce così il Presidente di Manutencoop Claudio Levorato prendendo la parola tra gli applausi scroscianti all’Assemblea dei Soci di Manutencoop Società Cooperativa svoltasi il 24 maggio a Zola Predosa.

SE FOSSE
UNA CANZONE...

“Rapsodia in blu”(1924)

di George Gershwin

Celebre composizione che unisce musica colta e jazz con gli arrangiamenti di Ferde Grofè, autore dell’orchestrazione oggi conosciuta.

Un evento che quest’anno si è trasformato in qualcosa di più del tradizionale festoso appuntamento aziendale, diventando una vera e propria celebrazione dell’orgoglio aziendale e cooperativo, in un momento difficile per il Gruppo che, proprio nelle settimane precedenti l’Assemblea, è stato al centro dell’attenzione mediatica per un presunto coinvolgimento nell’ambito dell’inchiesta milanese sugli appalti dell’Expo.

Oltre 1000 partecipanti tra soci e dipendenti ed una elevatissima partecipazione al voto per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione: ben l’87% dei soci lavoratori, l’8% in più rispetto alle ultime edizioni che hanno riconfermato la propria fiducia al Presidente Levorato, risultato il candidato più votato con oltre 800 preferenze.

“Dall’inizio della crisi abbiamo incrementato l’occupazione di quasi 5000 unità.”

Sul palco, a Palazzo Albergati, insieme a Levorato i vertici di Legacoop: dal neoeletto Presidente Nazionale Mauro Lusetti, al Presidente Regionale Giovanni Monti, al Presidente di Legacoop Bologna e di Granarolo, Gianpiero Calzolari. In platea, inoltre, larga parte della cooperazione bolognese come Pierluigi Stefanini, Presidente di Unipol, e Adriano Turrini, numero uno di Coop Adriatica oltre a tutta la Direzione Aziendale e i Consiglieri di Sorveglianza e Gestione. Tutti impegnati a fare fronte comune nel ribadire che Manutencoop e la cooperazione sono “altro” rispetto alle ricostruzioni, in certi casi pesantemente diffamatorie, riportate dai media in queste settimane.

“Altro” significa un grande gruppo imprenditoriale, che, come ha sottolineato Levorato nel suo intervento interrotto da continui applausi “è riuscito a consolidarsi in tempo di crisi, ha incrementato l’occupazione proprio dall’inizio della crisi di quasi 5000 unità. Un Gruppo che non ha fatto macelleria sociale, che rimane competitivo sul mercato, che sa mantenere vivo un rapporto con il territorio, quello in cui affonda le radici e quelli in cui si insedia”. Lo dicono i numeri e non solo: un fatturato superiore al miliardo di euro, in leggera crescita nel 2013 (+ circa 10 milioni di euro), una tenuta della redditività operativa, segno della capacità di adeguarsi e riorganizzarsi in base alle mutate condizioni di mercato, la decisa riduzione dell’indebitamento e, soprattutto, la capacità di continuare a creare occupazione. Nonostante i tagli lineari e selvaggi della spending review (con le conseguenti pesanti ricadute occupazionali), nonostante una crisi senza precedenti del settore del facility management, nonostante una competizione esasperata e senza esclusione di colpi.

“Abbiamo giovani tra i 30 e i 40 anni, dirigenti, quadri e impiegati che credo potranno assumere quel ruolo che io e un gruppo di miei coetanei, con tanta voglia di innovare e di svecchiare, abbiamo avuto trent’anni fa.”

“Questa è un’eccellenza per Bologna – ha proseguito Levorato abbandonando per un momento il low profile che da sempre lo contraddistingue - io vorrei che questo considerassero le istituzioni locali. È un’eccellenza che serve alla città, serve all’ economia, serve al progresso della società. Ed è un’eccellenza per l’Italia: in questo quadro depresso in cui non si investe più, questa società investe dai 30 ai 35 milioni tutti gli anni. Questa società dà risposte al mercato più efficienti e competitive ed è per questo che vince”.

Ed è, non ultimo, un pezzo di quel movimento cooperativo che “di fronte alla crisi – aggiunge il Presidente - non opera con un unico driver ovvero guardando solo al tasso di rendimento del capitale investito ma continua a guardare e ad investire anche nel capitale umano”. Perché oggi, come agli albori della storia del movimento cooperativo, ciò che rende forti e vincenti Manutencoop e la cooperazione (ultimamente sotto attacco su vari fronti soprattutto mediatici) è la condivisione di un progetto comune e condiviso: la capacità “di mettere in moto un processo partecipativo nell’assunzione di decisioni, anche dure come l’ ‘amputazione di pezzi’ importanti della nostra storia, come, ad esempio, la cessione di Manutencoop Servizi Ambientali, sulla base di decisioni democratiche e sentite”.

“Manutencoop è un’eccellenza per Bologna ed un’eccellenza per l’Italia, che dà risposte al mercato efficienti e competitive, per questo vince.”

“È questa condivisione – ha proseguito Levorato - il nostro propellente. Perché chi partecipa decide, chi è protagonista di una decisione è anche chi fa meglio il proprio lavoro. Questo è quanto abbiamo fatto in questi anni, questo è quello che dobbiamo continuare a fare”. Senza tuttavia rinunciare a dare spazio alla capacità critica ed alla spinta innovativa che sta venendo dalle nuove generazioni di dipendenti e cooperatori: “Abbiamo giovani tra i 30 e i 40 anni, dirigenti, quadri e impiegati ai quali abbiamo dato il compito di ripensare la Manutencoop del futuro, ho visto in loro – ha proseguito il Presidente - persone che credo potranno assumere, nella dimensione e nella complessità della Manutencoop di oggi, quel ruolo che io e un gruppo di miei coetanei, con tanta voglia di innovare e di svecchiare, abbiamo avuto trent’anni fa. Allora avviammo un percorso di rinnovamento e di crescita dell’azienda che abbiamo portato avanti sempre con grande ammirazione per lo storico ceppo operaio della vecchia Manutencoop, persone che ci hanno sempre supportato nelle scelte di innovazione e sostenuto nei momenti più difficili”.

“Bene, io credo – è stata la conclusione – che, ora come allora, questo sia il modo giusto per rispondere non solo alle sfide del mercato ma anche alla bufera mediatica odierna. E sono convinto che, ancora una volta, la nostra capacità di coesione ci darà la spinta per affrontare il futuro”.

Mario Lusetti

MARIO LUSETTI

Presidente di Legacoop nazionale

Anche Mauro Lusetti, neoletto presidente di Legacoop Nazionale non è voluto mancare all’Assemblea dei Soci di Manutencoop. Un intervento tra i più attesi, nel quale il numero uno della Lega nazionale ha indirizzato a Manutencoop un apprezzamento sentito: “Una cooperativa che è riuscita a interpretare in chiave moderna il mercato, articolandosi per affrontare settori innovativi modificando la propria struttura gestionale, cimentandosi anche con elementi di avanguardia come la quotazione in borsa, senza mai perdere l’anima cooperativa e utilizzando questi come strumenti finalizzati al raggiungimento dello scopo sociale. Io prendo ad esempio Manutencoop – ha detto Lusetti - per far capire che il movimento cooperativo, storicamente legato al movimento di cooperazione di consumo e al movimento agricolo, può e deve pensarsi in una logica futura, inserendosi all’interno di nuovi ambiti commerciali e imprenditoriali, aggregando strati sociali nuovi. Le vicende di oggi – ha chiarito Lusetti - non mi faranno assolutamente cambiare idea e continuerò ad indicare Manutencoop come esempio virtuoso che consente al movimento cooperativo di tenere la testa alta e guardare al futuro con fiducia”. Inevitabilmente anche nell’intento di Lusetti un ragionato richiamo al frangente di difficoltà economica che il nostro Paese sta ancora attraversando. “La crisi finora ha pestato duro, mettendo a dura prova questo Paese, creando situazioni dove l’egoismo, l’emarginazione e la paura nei confronti del futuro hanno sfilacciato i legami sociali. Il movimento cooperativo in questa situazione – ha rimarcato Lusetti - ha dimostrato tutta la sua capacità resiliente, resistendo più e meglio dell’imprenditoria convenzionale. Questa attitudine ha costituito un fattore importante di coesione sociale, divenendo un elemento di distintività e diversità costruttiva”. “La crisi economica nel nostro Paese ma, più in generale, a livello internazionale, ha messo in evidenza le carenze e le debolezze del modello imprenditoriale convenzionale – ha osservato Lusetti - Oggi l’impresa privata ha deciso di investire sulla valorizzazione delle risorse umane, atteggiamento che noi pratichiamo da 150 anni. Noi non dobbiamo reinventarci o fare dei corsi per assumere un ruolo di supporto alla coesione sociale – ha ricordato Lusetti – ma di fondo, comunque, c’è una questione con la quale noi dobbiamo fare conti: l’autonomia rispetto alla politica, che io reputo un grandissimo valore perché ci consente di essere intellettualmente liberi”. “Oggi possiamo contare su una prospettiva strategica – ha chiarito Lusetti - che si riconosce nell’Alleanza Cooperativa Italiana che mette tutti i cooperatori nelle condizioni di poter contare su una unica rappresentanza, con una capacità unitaria di rapportarsi con la politica rispetto al futuro. Io credo che da questo punto di vista – ha osservato Lusetti – la sfida all’egemonia dell’imprenditoria convenzionale passi attraverso la realizzazione di un’unica rappresentanza dei cooperatori italiani e dalla conseguente capacità che questo movimento avrà di rendere più visibile, più strutturato, quel sistema di idee di valori che oggi rappresentano l’effettivo elemento di distintività rispetto alla impresa convenzionale”. E poi il riferimento al futuro. “L’intergenerazionalità dà a questo sistema il senso di infinito, di consegna del testimone da una generazione di cooperatori alla successiva e l’autogestione offre elementi di democrazia interna che ci distingue dall’impresa convenzionale. Su questi elementi dovremo lavorare moltissimo per attualizzare gli strumenti usati fino a qualche anno fa, innovando anche in relazione alle dimensioni delle cooperative”.

Giampiero Calzolari

GIANPIERO CALZOLARI

Presidente di Legacoop Bologna

Una doverosa rivalutazione della democrazia cooperativa. È un plauso alla pratica partecipativa che ancora si perpetua all’interno delle aziende cooperative quello che il presidente di Legacoop Bologna e di Granarolo Gianpiero Calzolari rivolge alla platea dei partecipanti all’Assemblea di Manutencoop. “I vertici delle nostre cooperative vengono eletti sulla base di un percorso democratico, meritocratico – ha sottolineato Calzolari - sulla scorta di parametri di lavoro e di conoscenze, di stima e di valutazione del lavoro svolto. Un grande esercizio di democrazia – ha ribadito Calzolari - di cui comunque rimane nell’opinione pubblica una percezione molto lontana”. Una valutazione che si ricollega ai progressi che il Gruppo ha raggiunto recentemente. “Siete cresciuti – ha spiegato Calzolari - avete reso più concorrenziale la vostra azienda, rendendo più competitivo, nello stesso tempo, tutto il nostro paese. Questa è una prerogativa specifica di una grande cooperativa come la vostra – ha rimarcato Calzolari - che ha fatto del riscatto del lavoro uno dei pilastri della propria filosofia operativa, implementandolo con la conoscenza, la competenza professionale, le tecnologie, i saperi che hanno arricchito l’idea stessa del lavoro”. Calzolari utilizza un’immagine efficace per descrivere l’idea stessa di azienda cooperativa. “Una grande casa solidale e innovativa, protesa verso il futuro, con uno spazio ampio riservato alle giovani generazioni. Non per nulla, nonostante i lunghi anni di recessione, la cooperazione in Italia presenta con un saldo occupazionale positivo, e i numeri del Gruppo Manutencoop ne sono una dimostrazione lampante”. Tornando a parlare dell’organizzazione cooperativa Calzolari ha voluto ricordare come “rinunciando in molti casi a quote di marginalità abbiamo risposto al dovere di preservare l’intergenerazionale delle nostre aziende, aderendo ad una logica di grande tenuta etica, assumendoci delle responsabilità molto importanti anche nei confronti dei nostri soci e dei nostri lavoratori”. “La responsabilità sociale delle nostre imprese ha contribuito a proiettare la mutualità all’esterno delle cooperative a sostegno di un tessuto sociale che produce inclusione, tolleranza e fiducia”. “Noi ci occupiamo del lavoro e delle famiglie – ha continuato Calzolari - la finanza, il denaro sono tutti strumenti e mai il fine della nostra azione. Noi continueremo a crescere ancora e i modelli normativi di governo della società cooperativa, nell’arena del libero mercato come quello come quello che voi avete messo in campo con grande intelligenza, verranno riconosciuti sempre più come sistemi virtuosi che il Paese saprà apprezzare e rispettare”.

Giovanni Monti

GIOVANNI MONTI

Presidente di Legacoop Emilia-Romagna

“È nei momenti di grande difficoltà che bisogna esserci, per dimostrare una difesa forte di quello che siamo e che rappresentiamo”. Un esordio perentorio quello di Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia- Romagna, che non lascia spazio a equivoci. Una dichiarazione che si richiama alle radici democratiche del movimento. “Noi siamo gente di umili origini, che hanno cercato di fare della conoscenza, sia pratica che intellettuale, uno strumento per generare benessere per la collettività”. Una provenienza che ha funzionato da stimolo per guardare avanti con determinazione e anche con la giusta quantità di ambizione. “Chi vi parla ha allevato maiali per poter studiare. Molti dei presenti, compreso lo stesso presidente Levorato, sono partiti dalla propria famiglia e hanno saputo costruire grandi imprese che hanno prodotto ricchezza e lavoro per i soci e per le comunità in cui hanno operato e lavorato”. “Agli attacchi frontali, che non mancano nei confronti di molte delle nostre aziende, dobbiamo rispondere tutti i giorni con la dignità che ci contraddistingue – ha continuato Monti – non con le parole ma attraverso i fatti”. È la concretezza che deve prevalere. “Mettiamo in campo progetti che si connettono con iniziative di altre cooperative o di soggetti diversi che vogliano condividere con noi il desiderio di fare impresa di qualità, nel solco dei principi di responsabilità e sostenibilità, e con l’obiettivo di creare nuove opportunità occupazionali”. Arriva quindi un forte incoraggiamento a continuare sul percorso di crescita intrapreso. “Credo che se continuiamo a rispondere come sta facendo in questo frangente complesso Manutencoop, pur tra le difficoltà con le quali conviviamo quotidianamente, possiamo sperare di superare positivamente la crisi che stiamo affrontando. Abbiamo progetti eccellenti e la Manutencoop lo dimostra quotidianamente”. Monti cita altri esempi brillanti. “Penso ai gruppi della cooperazione di consumo, eredità moderna di gente che ha saputo, alla fine dell’ottocento, affrontare situazioni drammatiche paragonabili, in qualche modo, alle complicazioni che contraddistinguono i nostri tempi”. “Ogni volta che difendiamo il lavoro – ha rimarcato Monti - difendiamo anche la libertà. Noi non abbiamo nulla da nascondere, possiamo commettere degli errori, ma siamo quello che siamo, persone autentiche, come Claudio Levorato, capaci di portare avanti delle imprese, avendo saputo riconoscere cosa conta di più, ovvero stabilità e lavoro per le nostre comunità. Abbiamo costruito e contribuito a creare una società dove la coesione rappresenta una base dalla quale trarre linfa e insegnamento per produrre nuovo benessere”. Un auspicio per concludere. “Faremo così oggi, domani e dopodomani nonostante qualcuno voglia metterci i bastoni tra le ruote, ma
nessuno sarà in grado di fermarci”.

PRECISAZIONI

Inchiesta Expo

Nel mese di maggio, come molti dipendenti avranno appreso da tv e quotidiani nazionali, Manutencoop Facility Management S.p.A. è stata oggetto di decreti di perquisizione nell’ambito dell’inchiesta relativa all’Expo 2015. Come già comunicato nell’immediato alle varie testate giornalistiche, Manutencoop Facility Management S.p.A. e il presidente Claudio Levorato precisano di ritenersi del tutto estranei alle ipotesi di reato per cui sta procedendo la Procura milanese avendo sempre operato con la massima trasparenza nel settore degli appalti pubblici e confidano nella più rapida definizione delle posizioni processuali coinvolte nell’indagine.

Welfare Aziendale

I giovani protagonisti del futuro
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a cura della Redazione

Numeri da record per l’XI edizione di “Un futuro di valore”, che in questo anno di ripresa ha premiato con le tradizionali borse di studio 392 studenti delle scuole superiori e universitari, figli dei dipendenti delle società del Gruppo.

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L’insorgenza della pandemia ha inciso inevitabilmente su tutti i processi aziendali, anche quelli che investono la sostenibilità. Il nuovo Bilancio di sostenibilità 2020 del Gruppo Rekeep ne rende conto ma, allo stesso tempo, descrive i grandi passi avanti compiuti in base agli obiettivi.

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