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Vite da campione
Frattaruolo, un oceano di libertà

Rubrica Tarozzi

di Marco Tarozzi
biografia

Frattaruolo, un oceano di libertà

Il suo biglietto da visita è quella frase pensata in mezzo al mare, tenendo forte il timone di Calaluna, il suo gioiello. “Diventa ciò che sei”, che nella filosofia di Sergio Frattaruolo, professione skipper, significa che ognuno di noi ha probabilmente dentro di sé le istruzioni per vivere secondo la propria natura, la propria passione, sentendosi finalmente libero e in equilibrio con sé stesso e con il mondo.

Non è una strada facile, ma lui l’ha percorsa fino in fondo, con coraggio. Fin da quando era un professionista delle nuove tecnologie, con la passione per il mare e la barca a vela come semplice hobby da fine settimana. Lavorando in un ufficio “dove non si vedeva il cielo”, Sergio sei anni fa ha fatto la grande scelta: ha lasciato un lavoro in cui carriera, denaro e tranquillità non appagavano, ha investito i propri risparmi in una barca competitiva, ha smesso di fumare la razione quotidiana di 60 sigarette, si è impegnato per inseguire quello che era molto più di un sogno. Ed è tornato a scuola. Per imparare a fare il navigatore solitario.

Ho scelto la migliore al mondo: il CEM (Centre d’Entrainement Méditerranée) a La Grande Motte. Due anni, dal 2009 al 2011, per imparare un mestiere e trasformare la passione in professione. In Francia ho capito che la mia vita sarebbe diventata la vela, la mia forma di espressione le regate oceaniche”.

SE FOSSE
UN LIBRO...

“Tre uomini in barca” (1889)

scritto da Jerome
Klapka Jerome

Il divertente viaggio in barca di tre amici che affrontano le correnti del Tamigi circondati dal panorama delle verdi campagne inglesi.

Il primo obiettivo della nuova vita di Frattaruolo è stato la Transat 6.50, traversata dell’Oceano Atlantico con un’imbarcazione di sei metri e mezzo, in solitario e senza assistenza esterna. Una regata internazionale nata nel 1977, ormai tappa obbligata per gli specialisti di navigazione d’altura in solitario. Gli skipper affrontano un percorso di 4200 miglia con uno solo scalo previsto alle Canarie. Quando si è trattato di dare un senso all’impresa, costruendole un progetto intorno, Sergio ha pensato a Bologna, la sua città. Non esattamente un porto di mare, ma un centro che in passato all’acqua è stato legatissimo, con i suoi canali, la fiorente industria della seta, il rapporto con l’Adriatico così lontano eppure così vicino.

“Bologna in Oceano” è stato il risultato di quel ragionamento e il nome della sfida: nel 2011 lo skipper bolognese lo ha portato con orgoglio fino in Brasile, scritto a grandi caratteri sulla sua piccola imbarcazione. Mentre il progetto cresceva, il pensiero di Sergio si è rivolto ai più giovani. Ai ragazzi, ai quali il concetto di sport dovrebbe arrivare sempre diretto e pulito, per aiutarli a crescere. Grazie alla collaborazione dell’Istituto Comprensivo 9, lo skipper bolognese ha incontrato gli studenti degli istituti Raffaello Sanzio e Guercino, coinvolgendoli a vari livelli in quello che è diventato un vero e proprio progetto formativo.

Frattaruolo, un oceano di libertà

Dovevo portare un messaggio e invece i messaggi li ho ricevuti da loro. Disegni, pensieri, riflessioni profonde che ho portato sulla mia barca e affidato, chiudendoli in bottiglia, alle acque dell’oceano. Perché attraversino il mondo e portino la voce dei bambini. Non importa dove: ogni approdo è quello giusto, se lo raggiungiamo con la mente libera e parole che vengono dal cuore. L’emozione più grande è arrivata il giorno in cui uno di quei messaggi in bottiglia è approdato su una spiaggia del Brasile, accanto a un piccolo villaggio di pescatori isolato. Il destino ha voluto che fosse Julia, una ragazzina tredicenne, a trovarlo. Due anni dopo”.

“Il passo avanti è arrivato proprio nel 2012, quando Frattaruolo ha acquistato Calaluna, splendido Class 40 costruito in Romagna da uno dei migliori artigiani al mondo, Bert Mauri.”

Dopo la Transat 6.50, nel 2012 è arrivata una nuova sfida. Marco Nannini, grande skipper e amico, ha voluto con sé Frattaruolo nelle ultime due tappe della Global Ocean Race, il giro del mondo a vela su imbarcazioni Class 40 a budget ridotto. Oltre trentamila miglia nautiche “low cost”. Per Sergio l’emozione di vivere la gara da protagonista nella quarta tappa, da Punta del Este a Charleston, Florida, e nell’ultima che ha portato l’equipaggio al traguardo di Portimao, da dove la regata era partita. E la soddisfazione di chiudere la competizione al secondo posto assoluto.

Il passo avanti è arrivato proprio nel 2012, quando Frattaruolo ha acquistato Calaluna, splendido Class 40 costruito in Romagna da uno dei migliori artigiani al mondo, Bert Mauri. Un gioiello dal “pedigree” di razza: varata nel 2009, quinto posto ai Mondiali e quarto alla Route du Rhum, la transoceanica dalla Francia ai Caraibi considerata la Champions League dei navigatori solitari.

Frattaruolo, un oceano di libertà

Il cambiamento che salta subito all’occhio da quando l’ho acquistata, è il tricolore che fa bella mostra di sè sullo scafo. L’ho pensato e voluto perché il mio prossimo impegno sarà proprio questo: promuovere il made in Italy attraverso le regate oceaniche. L’ispirazione viene dall’interesse per la nostra cultura e per il nostro prodotto che ho riscontrato sulle banchine di tutto il mondo”.

Sergio ha progetti precisi in mente. E un calendario fitto di impegni, nel quale spiccano la Route du Rhum, in calendario a ottobre 2014 (partenza nella affascinante Saint-Malo, in terra bretone, puntando verso Guadalupe) e nel 2015 il Giro del Mondo in solitario. Il sogno più grande. Insieme a quello di continuare a mandare messaggi ai giovani, perché crescano liberi.

Il mio sogno è quello di creare un centro di addestramento per navigatori oceanici rivolto ai ragazzi della strada. Può far sorridere, ma ho provato sulla mia pelle che per affrontare questa disciplina occorrono carattere, forza, tenacia, volontà di non arrendersi mai. Chi sta in strada fa questo. La vela non ha approcci facili, perché qualunque sport che preveda l’utilizzo di un mezzo ha dei costi. Ma quando ho portato su Calaluna un gruppo di ragazzi presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile, grazie a un’iniziativa nata in collaborazione con la Lega Navale Italiana di Palermo, ho visto nei loro occhi una voglia di libertà immensa, che li ha portati ad essere collaborativi e a fare squadra. E per me è stato come vincere una grande regata”.

NAVIGARE ITALIANO,
UN PROGETTO DI ALTA QUALITÀ

Il progetto “Oceano Italia” è l’ultima invenzione di Sergio Frattaruolo. Una barca da regata diventa veicolo unico e originale del “made in Italy”, mezzo itinerante attraverso il quale coinvolgere partner e aziende e dar loro visibilità attraverso la vita di mare e le imprese dello skipper bolognese. Un’idea da sviluppare insieme a “Extreme Sailing Academy”, con cui Sergio offre a singoli appassionati la possibilità di fare esperienza di regate e una scuola “dedicata” di allenamento alla navigazione e alle tecniche di navigazione in squadra.

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