Viaggi
Il monte dei trentini

Articolo a cura di Andrea M. Campo

Lasciate le calde terre delle teste di moro e le antiche tradizioni del popolo Edo, il nostro viaggio, come la stagione opportunamente consiglia, prosegue verso le alte vette innevate delle Alpi, alle pendici del Monte Bondone, nel Trentino occidentale, in un territorio a pochi chilometri a ovest del capoluogo di regione.
LUCA BENATTI
E' diventato responsabile di commessa di Manutencoop per l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento nell’agosto 2012, ama l’escursionismo, le passeggiate sulla neve e i canederli fatti secondo la “ricetta di una volta” con la carne di maiale.
Serrato tra il torrente Vela, la Valle dei Laghi, il Basso Sarca e la Valle dell’Adige, il monte Bondone costituisce uno splendido belvedere naturale che si affaccia sulle Dolomiti di Brenta da un lato e sulle pianure che corrono verso il Lago di Garda dall’altra. Qui vive con moglie e le sue due figlie, Luca Benatti, responsabile di commessa Manutencoop per l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, da sempre stregato dal fascino silente della montagna, dalle lunghe passeggiate e dalle escursioni al chiaro di luna.
Vivo a cinque chilometri dal centro di Trento, ai piedi del Monte Bondone - racconta Luca - che di fatto è considerata la montagna dei trentini . Aprendo la porta di casa mi trovo già immerso nel bosco e se sono via per lavoro non vedo l’ora di tornare”.
Immancabile per Luca la tradizionale BondonAil, una ciaspolata notturna non competitiva aperta a tutti, con ricavato interamente devoluto all’Associazione Italiana contro le Leucemie.
Nella piana delle Viote del Bondone c’è un sentiero, molto suggestivo, e con la possibilità durante la camminata di fermarsi nei punti di ristoro. Oppure nelle notti di luna piena è possibile spostarsi verso est e ammirare il paesaggio della Cima Palon, raggiungendo a piedi un piccolo rifugio che il venerdì sera chiude a mezzanotte”.
Di notevole interesse è, secondo Luca, il giro del Sorasass
Negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale – prosegue – fu realizzato un imponente sistema di fortificazioni e oggi sulle montagne attorno a Trento è possibile percorrere questi itinerari, sia in bicicletta sia a piedi. Il giro del Sorasass è un’escursione di circa sette chilometri partendo dalla località Cadine e caratterizzato da alcune caverne (in dialetto “stoi”) che durante la guerra erano adibite a ricoveri per la guarnigione e a depositi per viveri e munizioni”.
Un altro incantevole itinerario nel Trentino è l’area delle Marocche di Dro, una zona arida formatasi centinaia di migliaia di anni fa per fenomeni di smottamento e per frane; in epoca glaciale e postglaciale i detriti, accumulandosi, hanno formato una serie di colline rocciose.
Da Trento al lago di Garda c’è un bellissimo percorso ciclabile che passa davanti la centrale idroelettrica di Fies, un esempio di archeologia industriale ormai in disuso”.
Terminate queste lunghe camminate Luca consiglia un giro in città e un buon locale dove rifocillarsi.
La città di Trento è molto particolare – sottolinea Luca – ed è indispensabile visitare il castello del Buonconsiglio. Da qui è possibile raggiungere a piedi Piazza della Mostra e fermarsi al ristorante Alla Mostra, gustare degli ottimi canederli, sia in brodo che asciutti o con il ragù, e il tortel di patate, una torta di patate e farina tipica della Valle di Non accompagnata con carne salada, e insalata”.
SE FOSSE
UNA CANZONE...
“Let it snow” (1945)
di Sammy Cahn
e Jule Styne
registrata nel 1945 per la prima volta da Vaughn Monroe.
Luca ci tiene a ricordare che il monte Bondone è bello anche d’estate. Quando vengono tagliati i prati per l’aria si sprigiona un profumo buonissimo. Da qui, infatti, provengono le erbe che vengono utilizzate per i cosiddetti “bagni di fieno”, una pratica terapeutica alla quale le popolazioni locali ricorrevano già nel secolo scorso per combattere i disturbi da artrosi”.
Molto legato al suo paese Luca cerca di portare amici e conoscenti alla scoperta delle bellezze del trentino: per apprezzare questi luoghi non è necessario molto tempo, basta anche una semplice passeggiata di due ore la domenica pomeriggio”.
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