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CONSIGLI VERDI

A tu per tu con la natura
Un tappeto tutto naturale

traduzione: eng | عربي

Dall'Olio

di Gabriele Dall’Olio
biografia

Tappeto erboso, manto erboso, tappeto verde. Ci sono moltissimi modi con cui chiamare quello che più comunemente viene indicato come prato! Genericamente si intende per prato una distesa verde, composta da infinite foglioline delle più disparate specie vegetali.

diverse sfumatura di verde
Diverse sfumatura di verde

Nel caso, molto frequente, che queste foglioline siano lunghe e strette siamo in presenza di un prato composto da monocotiledoni graminacee, generalmente la componente più adatta e robusta per un prato sportivo e/o calpestabile. Se nel prato sono presenti anche foglioline di forma allargata (rotondeggiante, a foglia composta, etc.) allora significa che, oltre alle graminacee, ci sono anche delle dicotiledoni. A volte la “foglia larga” può far parte volontariamente del miscuglio per prati venduto (trifoglio, dicondra, etc.), altre volte le specie presenti sono spontanee ed infestanti.

In natura è normale che i prati siano formati da una incredibile varietà di specie, le più disparate, che si autoselezionano grazie a numerose variabili, due su tutte: il terreno ed il clima. Se escludiamo il clima, che è comunque quello che la nostra zona geografica ci regala e che non si può cambiare, i fattori su cui noi possiamo intervenire per la buona riuscita di un nuovo impianto a prato sono quattro: il tipo di terreno in cui si semina, il tipo di sementi che si utilizzano, il periodo in cui si esegue la lavorazione e la cura che gli si dedica successivamente! Dato che l'approfondimento richiede un po' di spazio tralasciamo la fase della cura, su cui generalmente si concentra molta letteratura specifica, e focalizziamo la nostra attenzione sui primi tre fondamentali aspetti: il terreno, le sementi ed il periodo.

Il terreno adatto alla semina e alla coltivazione di un bel prato deve essere ricco di sostanza organica (letame, torba, terriccio) e sciolto. Sciolto in gergo tecnico significa non compatto, quindi che drena bene l'acqua in eccesso. Se non vi sono queste condizioni è molto importante crearle prima della semina altrimenti sarebbe un po' come costruire una casa con delle fondamenta che potrebbero cedere sotto il suo peso, per correggere l'errore bisogna poi disfare tutto e ricostruire! I soldi spesi in questa fase per aggiungere letame, torba, terriccio e sabbia, mescolandoli nei primi 15-20 cm. di terreno, sono sempre ben spesi e verranno ampiamente ripagati negli anni successivi sia a livello estetico che economico.

il verde intenso di un prato ben curato
Il verde intenso
di un prato ben curato

Le sementi devono essere costituite da miscugli bilanciati di graminacee, le uniche che reggono veramente al calpestio. Ovviamente se il prato è più da vedere che non da utilizzare si può decidere di seminare trifogli o dicondre, per questo aspetto molto più delicati. Tornando al miscuglio di graminacee questo dovrà essere composto da Loietti, Poe e Festuche in maniera equilibrata, vi sono comunque in commercio delle miscele di sementi che rispondono benissimo alle diverse esigenze di esposizione, calpestio, necessità idriche, etc.

In maniera molto indicativa si può dire che i Loietti sono quelli che germinano subito e formano il prato nei primi mesi di vita, per poi diradarsi nel tempo. Le Poe “sbucano” un pò dopo e sono le più belle come durata e colorazione, formando spesso “corpo” del prato. Le Festuche compaiono per ultime, anche dopo alcune settimane dalla semina, e rappresentano invece la parte più rustica e resistente, da prediligere nei terreni non irrigati. Vi sono miscugli di graminacee da prato che contengono anche Agrostidi, l'esempio spinto all'estremo sono le sementi utilizzate nei green dei campi da golf, composte esclusivamente da varietà appartenenti a questa specie. Sono graminacee molto delicate ed il loro utilizzo è giustificato solo se si è intenzionati a investire molto a livello sia impiantistico che, successivamente, manutentivo.

SE FOSSE
UNA CANZONE...

“Il ragazzo della
via Gluck”
(1966)

di Adriano Celentano

Singolo estratto da “Il
ragazzo della via Gluck”.

Il periodo ideale di semina è l'inizio dell'autunno, preparando il terreno nei mesi tardo estivi, questa scadenza potrà essere protratta fino a novembre o, addirittura dicembre, se parliamo di regioni del sud dell'Italia.

Anche se la primavera può essere un periodo addirittura migliore per quanto riguarda il clima la semina autunnale è un'arma fondamentale per limitare lo sviluppo delle piante infestanti nel tappeto erboso in germinazione. La ragione sta nel fatto che le malerbe, normalmente molto vigorose ed aggressive in primavera, in autunno entrano in dormienza fino alla primavera successiva, in questo modo diamo al giovane prato un po' di “vantaggio” in partenza permettendogli di radicare ed insediarsi in un suolo privo di piante competitrici: le cosiddette infestanti “macroterme”.

le zolle di un prato in costruzione
Le zolle di un prato in “costruzione”


É sempre auspicabile arrivare a fare un paio di sfalci sul nuovo prato prima che i freddi invernali sopraggiungono, una buona concimazione primaverile farà il resto. Se si ha la necessità di impiantare un prato in mesi non autunnali è decisamente consigliabile l'utilizzo di piote erbose (rotoli di parto pre coltivato). Con questa tecnica l'infestazione delle malerbe è senz'altro limitata anche se l'investimento economico è di tutt'altra portata. L'effetto è eccezionale, nel giro di alcune ore si passa dal terreno nudo al terreno foltamente inerbito!

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