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CONSIGLI VERDI

A tu per tu con la natura
Il buon gusto antico

traduzione: eng | عربي

Dall'Olio

di Gabriele Dall’Olio
biografia

Mercati come gioiellerie? Beh la soluzione c’è. Proviamo a crearci il nostro personale frutteto sfruttando la dinamicità e la resistenza delle cosiddette varietà “antiche”, ovvero quelle specie snobbate dai grandi produttori ma che presentano qualità organolettiche di tutto rispetto. E poi, con la misura “small” se ne possono sistemare molte anche a distanza ravvicinata. Vediamo come.

Melo nano
Melo nano


Pesco nano
Pesco nano


Limone lunario
Limone lunario


Caco cioccolatino
Caco cioccolatino


Visto i tempi che corrono è sempre più opportuno e lungimirante entrare in un’ottica di vita “autarchica”, cioè autosufficiente, almeno dal punto di vista alimentare!
In questo senso potrebbe essere utile accumulare un po’ di conoscenze sulla coltivazione dei frutti, in particolare la necessità per il coltivatore hobbista è quella di conoscere le tecniche di coltivazione degli alberi da frutto e, ancor prima, le basi per la progettazione di un piccolo frutteto casalingo.
Cosa significa progettare un micro frutteto? Significa principalmente sapere quale “mix” di specie è meglio piantumare e quali sono gli spazi minimi da mettere a disposizione per queste piante. Per quanto riguarda la prima scelta da fare, relativa alle specie, c’è senz’altro da considerare le caratteristiche relative alla rusticità della pianta (resistenza alle malattie, alla siccità, al freddo, etc.) e alle qualità organolettiche dei suoi frutti (sapore, profumo, consistenza, tipo di buccia, etc.).
Dato per scontato che chiunque di noi si costruisce un piccolo frutteto non per esportarne i prodotti all’estero o per conservarli in moderne celle frigorifere con atmosfera controllata, ma per mangiarseli sulla sua tavola o regalarli al vicino, la scelta non può che ricadere su quelle piante, ormai abbandonate dalla grande distribuzione, che vengono definite con un aggettivo spesso abusato varietà “antiche”.
Queste specie di frutti sono state escluse dai coltivatori negli ultimi decenni sotto la spinta della modernizzazione, che richiede grandi produttività, meccanizzazione e distribuzione massiva dei prodotti attraverso grandi catene commerciali. Per queste ragioni sono stati scartati alberi che producono frutti che maturano in modo scalare, hanno pezzatura piccola, sono inadatti alla raccolta meccanizzata, al trasporto e alla conservazione. Peccato però che quest’ultimi sono quasi sempre molto più gustosi, teneri, profumati e ricchi di vitamine rispetto alle moderne cultivar industriali.
Da più di un decennio vi sono vivai specializzati che hanno ricominciato a coltivare e a vendere proprio queste antiche varietà e che, di conseguenza, ha un senso consigliare poiché reperibili! Nel corso dei secoli ogni zona dell’Italia ha sviluppato le proprie tipologie di frutti, selezionate nel tempo da contadini che ne seguivano la crescita giorno dopo giorno con occhio attento, selezionando, per ogni zona, le piante più resistenti alle malattie e con i frutti più saporiti. Per questa ragione possiamo dire che una mela originaria della Romagna non dà gli stessi risultati in Liguria o in Lombardia. Proprio questa grande variabilità genetica, e le minori necessità di rispondere ai moderni criteri commerciali, porta queste varietà a produrre, quasi sempre, frutti molto più saporiti e gustosi di quelli prodotti e raccolti all’ingrosso nelle aree frutticole estensive. Si può infatti dire che i frutti antichi sono un elemento utile a rieducare gli occhi e il palato alla complessità dei gusti, dei colori e delle forme differenti! Inoltre introducono una grande diversificazione nelle nostre abitudini alimentari, senza contare il fatto che un frutto maturato sull’albero e mangiato dopo poche ore ha un sapore diverso!

Ciliegio - Moscatella gialla
Ciliegio - Moscatella gialla


Biricoccolo
Biricoccolo


Grigia di Torriana
Grigia di Torriana

Si elencano di seguito alcuni nomi di varietà antiche, suddivise ovviamente per specie (albicocco, prugno, pesco etc.), con l’indicazione della loro terra di origine. Questa indicazione non vieta di impiantare un pesco originario della Toscana nel Lazio o un Susino emiliano in Calabria, basta solo informarsi bene sulle sue esigenze e fare il tentativo quando queste combaciano, almeno in parte, con quelle della terra dove la si vuole “esportare”.
MELI: Lavina Bianca (Emilia, Modena), Grigia di Torriana (Piemonte), Calvilla di S. Salvatore (Lombardia);
SUSINI: Ramasin (Piemonte), Regina Claudia (centro nord Italia), Biricoccolo Vesuviano (Ibrido albicocco susino Campania);
PERI: Moscatella (Trentino), Buona Luisa d’Avranches (Francia), Madernassa (Piemonte);
CILIEGI: Dolce Durone della Marca (Marche), Duracino Rosso (Toscana), Moscatella Gialla (nord Italia);
ALBICOCCO: Caldesi (Calabria), Lucente (sud Italia), Reale d’Imola (Romagna);
PESCHI: Poppa di venere (Toscana), Michelini (Liguria), Bella di Roma (Lazio);
CACHI: Vaniglia (Campania), Cioccolatino (Campania);
FICHI: Brogiotto Nero (Toscana);
AGRUMI: Mandarino Avana, Limone Lunario e Arancio Vaniglia (tutti della Sicilia).
Oltre a questi vi sono un’altro gruppo di frutti, cosiddetti “minori”, che si adattano bene per un frutteto familiare e sono: Azzeruoli, Corbezzoli, Cotogni, Cornioli, Sorbi, Nespoli, Noccioli, Giuggioli ed Uve spina.

Le superfici minime di cui, mediamente, questi alberelli devono disporre sono 16-20 mq. ognuno; questo significa distanze fra le piante di 4/5 m. L’unica vera eccezione è rappresentata dal Ciliegio che richiede superfici almeno doppie.
Le dimensioni di un frutteto casalingo, a cui si richiede di approvvigionare tutto l’anno un famiglia, dovrebbero essere di circa una trentina di piante scelte fra le diverse specie e con periodi scalari di maturazione.
Un aspetto molto importante per la buona riuscita di un albero da frutto è la scelta del portainnesto, per questa ragione il materiale vegetale deve sempre essere acquistato in vivai specializzati che garantiscano un buona qualità della pianta! Proprio grazie a specifiche tipologie di portainnesto si sono sviluppate in questi anni delle piante da frutto nane (nanizzate), che possono risolvere il grosso problema dello spazio ed essere utilizzate per la coltivazione in micro giardini ed in terrazza, anche all’interno di contenitori relativamente piccoli (30/35 cm. di diametro). Utilizzando in piena terra delle piante nanizzate si può arrivare a distanziarle anche solo 1,5/2 metri le une dalla altre.

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