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Sei in: webAmbiente / numero 3 - 2011 / Uguali

UGUALI

Tutti i sentieri dello spirito
Dalla Natura impariamo la Pace

traduzione: eng | عربي

Nicolini

Di Don Giovanni Nicolini
biografia

Dalla “conquista” alla “custodia”. L’uomo deve necessariamente cambiare il suo atteggiamento verso l’ambiente se non vuole pagare il prezzo di un impoverimento e di un degrado che ricadrebbero pesantemente sulle future generazioni. Occorre rispettare le regole millenarie della natura e impegnarsi ad assumere stili di vita più sobri e adeguati ad una “convivenza” più sostenibile.

In un suo mirabile intervento pubblico, il Prof. Vincenzo Balzani, grande scienziato e ricercatore dell’Università di Bologna, affrontava la questione secolare del rapporto tra scienza e fede. Egli mostrava come la scienza potesse spiegare il formarsi dell’universo, ma non potesse comprendere il “perché” di tutto questo. La sua ragione profonda e il suo scopo. Secondo questa tesi, che io pienamente condivido, il racconto biblico della creazione non si occupa di problemi scientifici, e neppure lo potrebbe, ma ci dà la gioia di sapere come la meraviglia del creato abbia una sua anima profonda ed esprima in sé una tensione, uno scopo, e quindi un valore immenso per la creatura umana a cui è stata affidata.

Uguali

Il nostro tempo è, in particolar modo, testimone e responsabile di un passaggio epocale quale non si era mai dato. La Bibbia ci ricorda che il creato è stata affidato da Dio all’umanità, affinché “lo coltivasse e lo custodisse”. Si può dire che nelle lunghe epoche della storia umana, il grande impegno è stato quello della ”coltivazione”, e cioè quello dell’utilizzo della natura per la vita e per il progresso umano. Purtroppo l’uomo ha usato la natura anche per fare molto male, ma è innegabile che il progresso ha consentito un cammino nel quale il mondo è diventato una casa sempre più comoda e sempre più adatta per la nostra vita.

Oggi però, e non solo da oggi, prende un posto di assoluto rilievo, accanto al compito di “coltivare”, quello di “custodire”. Nei secoli il rapporto tra l’uomo e la natura è sembrato soprattutto una grande sfida che l’uomo ha ingaggiato con la natura per utilizzarla e assoggettarla. Ora però lo strapotere dell’uomo ha rivelato la parte “debole” della natura. O meglio, ha rivelato quelle “regole” necessarie, con le quali la natura si custodisce. Se queste regole vengono violate, la natura viene aggredita e ferita. Con due conseguenze: da una parte s’impoverisce, dall’altra si ribella con disordini e catastrofi. Si deve dunque passare da una conquista della natura ad una salvaguardia e ad una cura della natura.

“Esistono delle “regole” necessarie con le quali la natura si custodisce. Se vengono violate la natura, ferita, si impoverisce e si ribella”

Ritorna in auge, come dicevo, il verbo “custodire” presente nel testo biblico. Viene avanti un problema, tanto per fare un esempio, che non immaginavamo così grave e pressante. Il problema della fame è entrato nella consapevolezza di tutti, e riguarda molte popolazioni del terzo mondo. Ma in un suo recente intervento il prof. Romano Prodi denunciava il problema come problema di tutti. Il mutamento delle abitudini alimentari di molti paesi e lo sfruttamento delle terre per produrre energia, piuttosto che cibo, provocherà un enorme aggravio dei costi alimentari. D’altra parte l’uso fortissimo di combustibili fossili e di energie non rinnovabili metterà allo scoperto la fine non lontana delle risorse petrolifere. Cito questi esempi non per spaventare, ma per dire che ci troveremo davanti a crescenti responsabilità non solo collettive, ma anche personali, di limitazioni dei consumi e quindi di una vita più sobria. Si tratta di problemi non solo economici, ma anche culturali. Non dobbiamo spaventarci. Ma dobbiamo prepararci.

La strada più vera e più forte è quella della pace. Il mondo è diventato piccolo, sovraffollato e anche povero. Per questo, bisogna allontanare il pericolo di affrontare queste sfide pensando di risolverle litigando tra noi. Occorre sperare e operare per una grande tavolo della pace, dove tutti abbiano un posto riconosciuto e onorato. Vedo che a Messa il Pane c’è per tutti. Anche perché si può sempre spezzarlo affinché nessuno resti senza. Per evitare che qualcuno sciupi e qualcun altro abbia niente, bisogna imparare a spezzare il Pane. Bisogna imparare la Pace.

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