IL BANCONE DEL BAR

di MASSIMO CIRRI
biografia
due sorsi di confidenze
Vendere e comprare
- Le intercettazioni sul bunga bunga: le hai lette?
- Uhumm
- Proviamo a tradurre: “Uhumm” sta per sì, le ho lette?
No, non le ho lette? Oppure “Uhumm” è un messaggio
più complesso che significa: “Si prega di non disturbare
perché sto dormendo in piedi qui al bar e sai che pacchia
per gli amici”? Vuoi segnare con una crocetta la risposta
prescelta?
- Si, le ho lette
- Uhumm
- Cosa?
- Niente
- Va bene. Le ho lette e mi hanno fatto imbestialire
- Allora “Uhumm” vuol dire che ti sono girate le scatole?
- Esatto
- Abbiamo fatto un importante passo avanti nella comunicazione.
Però quelle cose hanno fatto imbestialire anche me.
- E poi mi hanno amareggiato
- Perché?
- Perché sentire ragazze giovani che parlano così di sé, dei
soldi, del lavoro...
- Del lavoro più antico del mondo
- Appunto. E mi ha colpito quando fanno i paragoni
- Quali paragoni?
- Quando paragonano quel lavoro, se è un lavoro, a quell’altro.
Al lavoro che facciamo tutti. Ho tenuto un pezzo di
giornale. Guarda.
- Fai vedere! Tieni nel portafogli un ritaglio di giornale con
le intercettazioni di Arcore? Invece che la foto dei tuoi
figli? Tu stai andando via di cotenna, lo sai?
- No, aspetta, ho anche la foto dei ragazzi. E poi questo
pezzo di giornale tra un po’ lo butto
- Ma adesso intanto lo tieni
- Perché è un ritratto anche questo. Una fotografia di come
sta diventando questo paese. Una fotografia che mette
tristezza...
- E amarezza?
- Si. Guarda, tra quelle intercettazioni c’è una ragazza, si
chiama Iris, ha 19 anni, parla con sua madre e dice questo.
Te lo leggo: “Tra un po’ dovevo mettermi a piangere per
avere quello che ho avuto oggi!”. La mamma va subito al
sodo. “E cosa ti ha dato? Cinque?” “Sette” dice lei...
- Non è che sono voti in matematica? Cinque, sette, sei
meno meno
- No. Sette vuol dire settemila euro
- Settemila euro, per una notte di festa
- Sono tanti soldi
- Sono tanti soldi e lo sa anche lei. Guarda qua cosa dice
dopo: “Un cristiano normale lavora sette mesi per prendere
quello che ho preso io… Ma d’altra parte, se non
m’aiuta lui chi m’aiuta? Io qua a Milano non c’ho voglia di
andare a cercarmi un lavoro da 1.000 euro. Perché poi, coi
titoli di studio che ho, se ne guadagno 800 son già tanti!
- Perché, di preciso, che titoli di studio ha la tua amica Iris?
- Non è mia amica e non lo so
- Chiedevo per capire. Un suggerimento per la scuola dei
figli, per non fare quella che ha fatto Iris. Che alla fine, se
uno ci pensa, guadagna settemila euro a notte...
- E non ci paga neanche le tasse
- Esatto
- Mentre quello che ne guadagna mille al mese gode anche
delle sue belle trattenute
- Dici “gode” per caso?
- Facevo dell’autoironia al 27%. Come le trattenute
- Ma tu come gliela spieghi questa cosa ai tuoi ragazzi?
Come gliela racconti?
- Non lo so. Di sicuro diventa un po’ difficile, da genitori,
dirgli che devono impegnarsi a scuola. Studiare
- Quello che dico ai miei figli: studiare
- Si. Ma ho paura che a loro, ai figli, può anche passare la
voglia. Un po’ perché studiare costa fatica, c’è sempre un
pezzo di sacrificio, un po’ perché sembra che non serva a
nulla. Che contino altre cose
- Come partecipare alle serate con un uomo potente?
- Qualcosa del genere. Per questo, per i figli ci vogliono anche
degli incoraggiamenti. Un po’ simbolici e un po’ concreti
- Tipo?
- Come questo
- Un altro pezzo di carta. Guarda che ormai sei un ritaglio
ambulante. Che giornale è?
- No, questo è il bando delle borse di studio della Cooperativa,
per i figli dei dipendenti
- Ma è scaduto a ottobre 2010
- Lo so. Ma io lo tengo in tasca lo stesso
- E che te ne fai?
- Ogni tanto glielo faccio vedere
- Perché?
- Gli faccio leggere qui, dove dice che vengono premiati
quelli con i voti più alti. Perché vanno avanti i più bravi. E
che la borsa non la prendi se sei ripetente.
- Loro lo capiscono?
- Credo di si. E poi li minaccio con una cosa terribile?
- Cosa?
- Che a seguire altre strade, che sembrano più facili, c’è da
pagare un prezzo alto
- La dignità
- È vero, mi sembra inaudito che chi si mette in certi giri
non ne sia consapevole.
- A me piace essere consapevole che c’è ancora chi crede che
il merito debba essere “tutelato”, come i panda del wwf
- O come le foche monache della Sardegna
- Ecco, ad Arcore di monacale c’è proprio poco
- A Zola invece si incitano i ragazzi a non fermarsi davanti
all’ingresso di certe ville, e prendere vie alternative
- Ok, allora viva l’alternanza, quella che da noi manca però
- Intanto butta quei ritagli di giornale, che tanto sulle vicende
di Iris e company non è ancora scritta la parola fine
- Però il bando della cooperativa lo conservo. Un bel memento...
- Un bel cosa?
- Lascia stare, prova a “ritagliarti” anche un po’ di spazio per
una buona lettura, ogni tanto…
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