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traduzione: eng | عربي

di Chiara Filippi

Persone che creano valore

Numeri che raccontano di una crescita a due cifre grazie anche al buon esito delle ultime operazioni societarie. Un andamento in controtendenza rispetto al contesto economico nazionale che si incardina sull’impegno e sulla valorizzazione di migliaia di lavoratori e sulla soddisfazione dei clienti.

Ricavi consolidati che sfiorano 1,3 miliardi di euro, 20,5 milioni di utile netto, 16.000 dipendenti sparsi ormai quasi uniformemente su tutta la Penisola. Il Bilancio 2009 del Gruppo Manutencoop registra ancora risultati record, nonostante la crisi dei mercati, nonostante il complesso reticolo di operazioni societarie, cessioni, fusioni e articolate riorganizzazioni che hanno segnato l’ultimo anno. Numeri che fanno ancora più “impressione” se si pensa che, solo 10 anni fa, nel 1999, il Gruppo aveva un giro di affari di poco inferiore ai 200 milioni di euro e “solo” 4.600 dipendenti.

I NUMERI DI MFM
Dati al 31 dicembre 2009
(valori in mln di euro)

1.284
Ricavi consolidati

79,4
Ebit Consolidato

20,5
Risultato netto consolidato

264,8
Patrimonio netto

(397,7)
PFN

15.488
Dipendenti

Qual è il segreto o, meglio, la ricetta di una crescita a due cifre (+ 25,5% il tasso medio nell’ultimo decennio)? Il presidente Claudio Levorato non ha dubbi: “La coerenza di Manutencoop nel porre al centro il lavoro e le persone è la base e la condizione per la realizzazione dei suoi successi, è il nostro impianto valoriale che ci ha consentito performance di crescita che difficilmente trovano riscontro in altre storie di impresa”.

Non è un caso quindi che larga parte della relazione dello stesso Levorato all’ultima Assemblea di Bilancio di Manutencoop Società Cooperativa, lo scorso 5 giugno, sia dedicata a “tutto ciò che sta dietro i numeri”. Numeri, risultati, efficienza e profitto sono certo essenziali per l’impresa ma, ammonisce il Presidente, non sono il fine: “Per noi altro non sono che un mezzo per valorizzare il lavoro e accrescere il benessere di chi lavora con noi, di chi usufruisce dei nostri servizi e di chi a noi fornisce servizi”. La forza di Manutencoop sta in larga parte nel patto forte che tiene insieme le persone e la cooperativa: “La convinzione che il benessere individuale è una derivata del benessere collettivo, la capacità di guardare oltre il proprio immediato interesse, la disponibilità dei singoli a mettere in gioco il proprio poco (o tanto) per il bene comune”. Si tratta di valori distintivi, fondanti del movimento cooperativo, che Manutencoop deve impegnarsi a difendere e diffondere perchè “i risultati di domani dipenderanno sempre di più da quanto in nostri valori distintivi guideranno i nostri comportamenti, saranno più decisivi della nostre competenze professionali e della capacità dei dirigenti”.

I risultati di oggi intanto confermano la buona “ricetta” Manutencoop. Il fatturato consolidato del Gruppo, grazie sia alla acquisizione di Altair IFM sia alla crescita per linee interne (+16,3% dal ‘99 ad oggi), arriva a 1,284 miliardi di euro. Il risultato operativo tocca quota 79,4 milioni (nel 2008 erano stati 55,6 milioni): “Cresce a fronte della crescita del fatturato, con l’incremento dei volumi freniamo l’erosione dei margini che si determina in un mercato sempre più competitivo. Per questo - aggiunge il Presidente - la crescita è irrinunciabile pena il dover creare delle condizioni di efficienza che possono derivare solo da parole che non vogliamo dover utilizzare, parole come tagli o drastiche riduzioni. Ovviamente - precisa - dobbiamo favorire l’efficentamento dei costi, principalmente i costi indiretti e generali sui quali siamo intervenuti e continueremo ad intervenire”.

“La forza di Manutencoop sta in larga parte nel patto forte che tiene insieme le persone e la cooperativa”

Per finire l’utile netto: 20,5 milioni di euro, in decisa crescita rispetto al 2008 e in linea con la crescita di fatturato ed Ebit. Sostanzialmente stabile il rapporto tra patrimonio netto (264,8 milioni) e indebitamento (397,7 milioni): “Il patrimonio, indisponibile ai soci della Cooperativa, ha continuato ad accumularsi nel tempo - commenta Levorato - ma nonostante questo abbiamo bisogno di ricorrere maggiormente all’indebitamento finanziario per sostenere lo sviluppo. Da questo punto di vista si può apprezzare ancor meglio come la scelta di recuperare le risorse impegnate nel settore dei rifiuti con la cessione di MSA fosse necessaria per riequilibrare la nostra posizione, alla fine del 2010 ne vedremo ulteriormente i benefici”. Se si guarda poi ai dati delle singole società è evidente che larghissima parte dei volumi derivano dai risultati di MFM (nel 2009 ha fatturato 1,151 miliardi di euro, dei dati 2009 della società si è dato conto nell’ultimo numero di Ambiente n.d.r.), mentre Manutencoop Immobiliare sconta ancora la generale crisi del settore. Infine il bilancio di esercizio della holding Manutencoop Società Cooperativa: il dato importante (la Cooperativa svolge come unica attività operativa la somministrazione dei soci lavoratori alle controllate) è il risultato netto pari, nel 2009, a 1,997 milioni di euro, un risultato positivo, dopo le difficoltà registrate lo scorso anno, che ha permesso di assicurare ai soci lavoratori e sovventori remunerazione e rivalutazione delle quote sociali al massimo consentito dalla legge. Non solo: per i soci lavoratori torna nel 2009 anche il ristorno al quale sono state destinate risorse complessive pari a 2,172 milioni di euro che si sono tradotte in circa 3000 euro per ciascun socio.

“Il Gruppo è ancora in mezzo al guado del complesso, seppur sfidante, processo di integrazione legato alla fusione della società Altair in MFM”

Mai cullarsi sugli allori però, nè tantomeno vivere di rendita. Il Gruppo è ancora in mezzo al guado del complesso, seppur sfidante, processo di integrazione legato alla fusione della società ex Altair in MFM: due universi distanti per certi versi, molto vicini per altri, che dovranno contaminarsi per dar vita ad una sintesi che rappresenti il meglio, da un punto di vista professionale, dell’esperienza di ciascuno. In questa fase di integrazione “dobbiamo però - avverte Levorato - guardarci da due tipi di errori. Da un parte quello di chiudersi al confronto, al pungolo dell’innovazione ripetendo quello che si è fatto come lo si è sempre fatto rifiutando il movimento, il movimento mentale. Dall’altra parte c’è il rischio di assumere un atteggiamento di deresponsabilizzazione, di “dargliela su” come si dice a Bologna abbandonando proprio quell’idea di valorizzare noi stessi valorizzando la nostra azienda”. “Dobbiamo guardarci da questo - chiude il Presidente - La sfida è accettare il confronto, anche vivace, non tirarsi indietro consapevoli che il confronto serve a condividere, la condivisione a solidarizzare, la solidarieta a raggiungere il nostro progetto comune”.

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