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la Redazione
Gente di carattere
Quante parole sono state utilizzate per descrivere, nelle settimane scorse, la drammaticità dell’emergenza sanitaria. Siamo stati sconvolti da un soggetto dai contorni “alieni”, contro il quale non avremmo mai pensato di dover combattere. Invisibile eppure tanto evidente e spietato nelle conseguenze e nel dolore che ha causato. È stato un passaggio duro per tutti, per alcuni più che per altri. Siamo stati forzatamente reclusi in casa, abbiamo modificato profondamente le nostre abitudini, siamo stati indotti a rivedere programmi e progetti, abbiamo rimandato matrimoni e funerali, abbiamo assistito allo psicodramma nazionale dello stop al calcio. Ma oggi siamo qui, feriti sì, anche se solo nello spirito per la maggioranza di noi, ma nuovamente in marcia, una marcia che per alcuni non si è mai interrotta, anzi.
All’interno del giornale ne trovate testimonianza. Tanti nostri colleghi hanno interpretato alla lettera l’idea di “servizio” che ci contraddistingue, facendo fronte a necessità che non ci saremmo mai immaginati di considerare anche nella più fantasmagorica delle previsioni. Eppure abbiamo affrontato le richieste che ci sono arrivate improvvise e urgenti con tempestività, competenza e professionalità, sconvolgendo pianificazioni e organizzazione aziendale. E non è vero che in questi casi le parole non hanno valore, perché è doveroso e giusto sottolineare questo sforzo con i dovuti ringraziamenti.
Non è retorico affermare che dietro le quinte dell’urgenza sanitaria gestita da medici ed infermieri erano presenti centinaia di nostri operatori che, vestiti come astronauti, non solo hanno garantito la sanificazione, la protezione e la manutenzione dei reparti Covid di centinaia di ospedali italiani nel pieno della tempesta virale, ma hanno utilizzato un altro strumento di lavoro che in questo frangente è stato altrettanto funzionale alla riuscita della loro missione: l’umanità. Erano loro che, spesso, si facevano tramite tra il mondo esterno e pazienti che erano isolati da tutto e da tutti. A volte, come raccontano nelle pagine seguenti, è bastato anche solo uno sguardo di conforto per restituire un po’ di fiducia a chi in quei frangenti si sentiva perso e solo. Oggi siamo più forti, e anche questo non è scontato.
Abbiamo dato prova a noi stessi che preparazione, conoscenza dei contesti in cui operiamo, tenacia e anche l’umiltà con cui affrontiamo ogni giorno il nostro lavoro sono prerogative che non si improvvisano e che ci consentono di superare limiti che pensavamo invalicabili. Ci è costato molto, è vero, soprattutto in termini di tenuta fisica. Non tutti hanno retto nello stesso modo ma questo è comprensibile. Il futuro è sicuramente ancora denso di incertezze ma oggi lo affrontiamo con una consapevolezza e con un orgoglio diversi. Del resto, siamo abituati a accogliere le sfide, anche a volte a sovvertire regole che sembrano inviolabili, e dobbiamo essere certi che anche questa volta nessuno resterà un passo indietro.
Luglio 2020
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