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Sostenibilità

di Chiara Filippi

Pulizie “verdi” e certificate

Grazie ad un innovativo ed efficace processo di ricondizionamento Manutencoop Facility Management ha ottenuto la certificazione per i processi di cleaning dei tessili utilizzati per le pulizie in ambito sanitario.

I MOP che Manutencoop utilizza per le pulizie vengono “lavati” così bene che potrebbero essere tranquillamente utilizzati come asciugamani da bagno. Garantiscono igiene assoluta negli ambienti ospedalieri e possono essere usati più volte, riducendo al minimo l’impatto ambientale del lavaggio dopo l’uso. Manutencoop Facility Management ha sperimentato un innovativo processo di ricondizionamento dei tessili, utilizzati per la pulizia e sanificazione nel settore sanitario, certificato da SGS Italia secondo la norma UNI EN 14065 “Tessili trattati in lavanderia - Sistema di controllo della biocontaminazione” e le linee guida RABC (Risk analysis and biocontamination control ovvero analisi dei rischi e controllo della biocontaminazione) emesse da Assosistema. Significa che le procedure e l’organizzazione messe in campo per ricondizionare i prodotti tessili utilizzati per il cleaning (mop, appunto, o panni per la spolvelatura) garantiscono il rispetto dei principi e delle metodologie di base di un sistema di valutazione e controllo della biocontaminazione secondo la norma EN ISO 14698-1 “Camere bianche e ambienti associati controllati - Controllo della biocontaminazione”.

La certificazione è arrivata dopo una lunga sperimentazione coordinata dalla Direzione Progettazione e Miglioramento Continuo e dal Servizio Qualità e resa possibile grazie all’impegno ed alla disponibilità del personale che si occupa del servizio di pulizia negli ospedali Ss. Antonio e Biagio di Alessandria e Cardinal Massaia di Asti. Sono stati attori fondamentali del progetto anche i fornitori a vario titolo coinvolti nel processo, società leader nei rispettivi settori di attività: la società produttrice dei materiali tessili, il fornitore dei prodotti per la pulizia e l’azienda produttrice delle lavatrici utilizzate. L’unione di tante competenze ha portato a risultati estremamente positivi.

Gian Franco Graziano, responsabile del Servizio Qualità di MFM: “Abbiamo voluto dimostrare non solo l’assoluta accuratezza dei nostri processi di ricondizionamento ma anche che essi permettono sensibili benefici ambientali in termini di minori consumi idrici ed elettrici”.

“È stato un percorso articolato che ci ha, alla fine, dato grande soddisfazione, visti i risultati raggiunti - commenta Gian Franco Graziano, responsabile del Servizio Qualità di Manutencoop Facility Management - Abbiamo voluto dimostrare l’assoluta accuratezza dei nostri processi di ricondizionamento e, allo stesso tempo, validare un processo che, dati alla mano, permette anche sensibili benefici ambientali in termini di minori consumi idrici ed elettrici”.

Sostanzialmente, sono state prima misurate le performance di un ciclo di lavaggio tradizionale a 90 gradi e, successivamente, è stato testato il nuovo programma di detersione e disinfezione chimica a 60 gradi in lavatrice, utilizzando i materiali, i detersivi e le tecnologie di lavaggio messe a disposizione dai tre fornitori coinvolti. Con le analisi effettuate da un laboratorio esterno accreditato ACCREDIA, è stato, quindi, verificato l’abbattimento della carica batterica su mop e panni in microfibra nelle diverse fasi del ciclo di ricondizionamento.

“La sperimentazione ha dimostrato - spiega Stefano Bettelli della Direzione Progettazione e Miglioramento Continuo - che la disinfezione alla temperatura di 60 gradi è efficace in quanto è in grado di ridurre la carica batterica dei tessili a cui sono stati inoculati batteri, miceti e spore batteriche. Infatti il processo di lavaggio ha riscontrato una riduzione superiore ad un fattore di 105 del numero dei batteri e di 104 del numero dei lieviti e delle spore fungine, rispettando in tal modo i limiti richiesti dalla norma EN ISO 14698-1 per la validazione del processo di lavaggio. Grazie al protocollo sperimentale, sviluppato in collaborazione IQC-AMNDO e alla base di quanto precedentemente descritto, la garanzia offerta al cliente non si limita esclusivamente alla fornitura di prodotti tessili “puliti”, ma garantisce anche che il prodotto prelevato della lavatrice si mantenga integro fino al suo utilizzo. Questo è assicurato con verifiche trimestrali strumentali (bioluminometro) sugli ambienti puliti con questi tessili”.

L’analisi qualitativa in laboratorio dei livelli di contaminazione artificiale dei materiali dopo il lavaggio ha verificato l’abbattimento di tutti i principali ceppi batterici che possono essere causa di infezioni ospedaliere. “Inoltre - aggiunge Graziano - con la nuova metodologia di ricondizionamento migliora decisamente l’abbattimento dei tensioattivi residuali dopo il ciclo di lavaggio”. “Praticamente - chiosa Bettelli - con uno dei nostri Mop per i pavimenti appena lavato potremmo anche asciugarci la faccia, senza alcun rischio”. I vantaggi ambientali non sono da meno: il risparmio energetico è pari al 67% rispetto al lavaggio a 90 gradi. Ad ogni ciclo, grazie alla riduzione della sua durata ed alla diminuzione della temperatura, si risparmiano circa 4 kwh. Si riduce, inoltre, del 30% il consumo di acqua (79 litri di acqua in meno ogni ciclo) e di oltre il 64% il consumo di detersivi. E per completare il lavaggio serve anche almeno il 23% di tempo in meno.

“Per quanto riguarda il solo ospedale di Alessandria - spiega Bettelli - si stima un risparmio annuo di energia elettrica pari a 17.528 kWh che si traduce in 6,18 tonnellate di CO2 in meno immesse in atmosfera pari a circa il consumo annuo di 6 famiglie. Mentre dal punto di vista idrico, sempre ad Alessandria, il risparmio assicurato è quello che si otterrebbe se 3 famiglie italiane non usassero acqua per un anno. Facendo un calcolo a spanne, e rapportando l’ospedale di Alessandria al totale dei posti letto della sanità italiana nel suo complesso, se tutti gli ospedali utilizzassero questo sistema di lavaggio il solo risparmio di energia elettrica sarebbe pari al consumo annuo di un comune di 4500 abitanti”.

La sperimentazione e la certificazione finale sono stati il frutto di un grande lavoro di squadra che ha visto la collaborazione, a vario titolo, di diversi servizi e direzioni aziendali: non solo il servizio Qualità e lo staff del Miglioramento Continuo ma anche il Marketing, il servizio Prevenzione e Protezione e la Direzione Acquisti. Oltre naturalmente all’Area Operation Nord Ovest e al personale impegnato sull’appalto, 9 dipendenti ad Alessandria ed 8 ad Asti.

“E naturalmente - concludono Graziano e Bettelli - è stata fondamentale la partecipazione delle Direzioni delle Aziende sanitarie di Alessandria e di Asti che hanno sin da subito non solo condiviso l’iniziativa ma anche collaborato con noi in tutte le fasi del progetto”.

FOCUS

Risparmio e sostenibilità

Il sistema di lavaggio sperimentato in Piemonte garantisce non solo la riduzione a un fattore di almeno 105 del numero di batteri e di almeno 104 del numero di lieviti e spore fungine ma anche un sensibile contenimento dei consumi.

CONSUMI DI ENERGIA
- 30%
CONSUMI IDRICI
- 64%
CONSUMO DETERSIVI
- 23%
TEMPI DI LAVAGGIO

Aprile 2017

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