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UGUALI

Tutti i sentieri dello spirito
Un bene da morire

Nicolini

Di Don Giovanni Nicolini
biografia

Uguali

Il regalo prezioso di questo “Anno della Misericordia” è stato un grande ripensamento del Vangelo che ci ha portato una notizia straordinaria! Una notizia antica, antichissima, ma non sempre ricordata e non sempre valorizzata nella vita umana, neanche nei cristiani. E la notizia è questa: che l’amore di Dio, il bene che Dio ci vuole, è sempre più grande e più potente del male che possiamo fare!

E questo avviene perché il Signore ci vuole molto bene! Non è che ci voglia bene perché siamo bravi. Qualche volta, se mai, succede che siccome Lui ci vuole molto bene, in noi nasce il desiderio di essere un po’ bravi, o almeno meno “combina-guai”. Qualche volta, nel linguaggio popolare, si dice: “Ti voglio un bene da morire”. E così Dio ci ama! Fino a morire per noi. Fino a dare per noi la sua vita. Il piccolo crocifisso che qualcuno porta al collo, è il segno di questo amore. Gesù è il Figlio di Dio che è morto per noi per darci la sua vita.

Qualche grande cristiano, nei tempi antichi, ha detto che i nostri peccati sono peccati “già-perdonati” dal suo amore per noi. Questo è il bello. Questa è la meraviglia: che Egli ci ama come siamo. E non come dovremmo essere. Altrimenti, non riuscirebbe a voler bene a nessuno! Per questo, si può dire che noi facciamo sempre dei peccati “già perdonati”. Ed è un’esperienza che anche noi, nel nostro piccolo, facciamo: le nostre mamme ci hanno amato così. E ci hanno dato la vita, perché ci hanno generato, e per noi hanno speso la loro vita. Qui sta il grande segreto della vita: abbiamo la vita per darla! Anche noi siamo chiamati a dare la vita! Per questo, nella mia parrocchia, ci siamo messi d’accordo che “nessuno deve morire”, ma che tutti dobbiamo dare la vita.

Quando nel nostro linguaggio si dice di una “vita appassionata”, si ricorda in certo modo la Passione del Signore che ha dato la sua vita per noi. Questo è così importante che, secondo la nostra fede, è vero, buono e prezioso non solo per chi ha la fede, ma proprio per tutti! Dice Gesù che se uno ci darà anche solo un bicchier d’acqua perché abbiamo sete, non perderà la sua ricompensa. Quando ci si vuol bene, la vita funziona, e non c’è più posto per il male e per la morte. Per questo Dio ama noi peccatori, e al nostro far male Lui risponde volendoci bene! E facendoci del bene. Perdonandoci.

Sarebbe meraviglioso che portassimo questa bellezza della vita in tutta la nostra vita. Vi faccio un piccolo esempio. Se uno combina un guaio, lo arrestano e lo mettono in prigione. Una volta la prigione era una specie di “sala d’aspetto” verso tre direzioni, che nella lingua latina si chiamavano così: “ad patibulum”, che voleva dire il patibolo, la condanna a morte; “ad metalla”, che voleva dire i lavori forzati nelle terribili miniere; “ad galera”, che voleva dire remare sulle grandi navi che dovevano correre anche quando non c’era vento. Poi qualcuno ha detto che ammazzare non andava bene. Così in molti posti hanno tolto la pena di morte, ed è rimasta solo la “galera”, che è la prigione, lunga quanto il male che hai combinato. Potrebbe essere – anche se per fortuna, in pratica, non lo si fa più – per tutta la vita! Però sta venendo avanti, sia pure piano piano e con fatica, l’idea che chi ha fatto del male non deve essere imprigionato, ma deve essere liberato dal male che gli ha fatto fare male!

Alcuni Paesi del Nord Europa tendono a sostituire le prigioni con scuole di libertà, di liberazione, di recupero e di reinserimento nella vita di tutti. È cosa che nella Costituzione Italiana sono state scritte quasi settant’anni fa, e piano piano anche noi ci arriveremo. Il male non lo togli con il male, ma facendo del bene. Cerchiamo che la misericordia di quest’anno diventi il pensiero e il sentimento di tutti. E sempre.

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