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Vite da campione
Riscatto in acqua londinese

traduzione: eng | عربي

Nicolini

di Marco Tarozzi
biografia

Riscatto in acqua londinese

Alla fine , anche quel pizzico di delusione si è stemperata dentro una sensazione di profonda felicità. Nicolò Bensi voleva la sua Paralimpiade. L’ha inseguita, l’ha preparata con tenacia e sacrifici, vasca dopo vasca. Alla fine l’ha vissuta..

E allora sì, fa meno male quel nono posto assoluto nei 150 misti, che significa che lui è il primo di quelli che sono rimasti fuori dalla finale. La rabbia dura un attimo, travolta da tutti i colori che le stanno intorno.

Riscatto in acqua londinese
LA SQUADRA ITALIANA DI NUOTO

Certo, sarebbe stato quasi meglio fare il decimo, l’undicesimo tempo. Restare fuori per così poco fa male. Ma devo anche vedere il lato positivo. Magari pensare che a questo appuntamento non ci sono arrivato al massimo della condizione, per colpa di tutti quei piccoli e grandi contrattempi che mi hanno “movimentato” il cammino verso Londra. Ma alla fine è stata una splendida prima volta. Vivere il villaggio olimpico è un’avventura unica. Non so come sia stata vissuta in Italia questa grande kermesse, ma là davvero non esistevano barriere. Gli stadi erano pieni di ragazzini che si appassionavano alle nostre gare. Al gesto tecnico, prima ancora che alle nostre storie. Ci siamo sentiti davvero atleti, senza margini né categorie”.

Il sorriso di Nicolò fa il paio con quello di Stefania Chiarioni. L’altra faccia di quel mezzo miracolo che è riuscito all’Atletico H, piccola grande società che vive tra grandi gioie e quotidiane difficoltà, colpita al cuore pochi mesi fa dalla scomparsa del suo storico creatore e leader, Roberto Cavedagna eppure capace di portare due talenti del nuoto come Nick e Stefania all’Aquatics Centre londinese, un risultato storico per lo sport paralimpico bolognese.

Non è un grande momento”, spiega Daniele Naldi, tecnico della società che è anche il Ct regionale della federazione del nuoto paralimpico. “L’assenza di Roberto è pesante, sul piano umano. Era un motore instancabile, e vogliamo andare avanti anche per onorarne la memoria. Gabriella Fantinuoli ha raccolto l’eredità, diventando presidente, Alessandro Bensi è il vice. Abbiamo ancora accanto amici che ci supportano, come Manutencoop e Creazionifuture, e penso che per loro come per noi questa doppia partecipazione alle Paralimpiadi sia linfa nuova da cui ripartire, su cui costruire nuovi progetti. Nicolò e Stefania se la sono meritata, Londra. Hanno lavorato tanto per arrivarci”.

L’AQUATICS CENTRE DI LONDRA
Riscatto in acqua londinese



Nick ripensa a quei giorni, a tutto quello che c’era anche intorno alla piscina. Alla città fuori.

Giravamo per le strade di Londra con la divisa della Nazionale azzurra e ovunque era una gara a salutarci, ad accoglierci, a fraternizzare. Il clima, al punto di vista dei rapporti umani, è stato davvero splendido. Se il senso è quello di far cadere davvero tutte le barriere, io in quei giorni e in quel contesto non ne ho proprio viste. Dunque, l’obiettivo è stato raggiunto. È stata la Paralimpiade del cambiamento. E noi siamo tornati a casa con un ricordo che non si cancellerà mai”.

Tecnicamente è stato un punto di partenza. Sia Bensi che la Chiarioni hanno fatto passi avanti a livello internazionale. Nicolò, per dire, ha chiuso al quindicesimo posto la prova dei 50 farfalla, dove si presentava con un crono che lo classificava appena tra i primi trenta. E ci sono ancora margini. E talenti che crescono, come quello di Giorgiana Badzoaca, che avrebbe meritato la convocazione da parte della Nazionale romena, o di Yuri Presti, a un passo dall’essere classificato internazionale. Buone notizie in prospettiva, visto che nel 2013, ad agosto, ci saranno i Mondiali in Canada.

“Gareggiare alle Paralimpiadi era un sogno per uno come me che, prima dell’incidente del 2004, non sopportava l’idea di stare in acqua se non per scherzare in riva al mare.”

Gareggiare alle Paralimpiadi era un sogno”, sorride Nicolò. “Per uno come me che, prima dell’incidente che nel 2004 mi ha cambiato la vita, non sopportava l’idea di stare in acqua se non per scherzare in riva al mare con gli amici, è stata una conquista enorme. Adesso però vorrei vederlo come un punto di partenza e non di arrivo. Costruire qualcosa partendo dalla consapevolezza che tutti questi anni di sacrifici sono serviti davvero. Anche se ora è più difficile perché faccio il fisioterapista, un lavoro che a fine giornata ti pesa addosso fisicamente. Ma non sarà un ostacolo.

I RISULTATI DI LONDRA

Alle Paralimpiadi di Londra Nicolò Bensi, portacolori dell’Atletico H, ha gareggiato in tre prove. Ha conquistato il nono posto nei 150 misti, categoria SM4: in finale accedevano i primi otto, ma si tratta in ogni caso di un grande risultato a livello internazionale. Nei 50 rana, categoria SB3, ha ottenuto l’undicesimo posto, mentre nei 50 farfalla, dove era iscritto in quella che è la sua categoria originaria, la S5, si è classificato quindicesimo. La sua compagna di squadra Stefania Chiarioni, nata a Ferrara e residente a Canaro in provincia di Rovigo, ha gareggiato nei 200 stile (cat. S5) ottenendo la dodicesima posizione assoluta, e nei 200 misti (cat. SM5) dove ha chiuso tredicesima stabilendo il nuovo primato italiano.

Riscatto in acqua londinese

SE FOSSE
UNA CANZONE...

“Smoke on the Water” (1973)

di Deep Purple

Traccia dell’album Machine Head racconta un episodio realmente accaduto durante un concerto di Zappa nel ‘71.

 

Costruire qualcosa, per Nicolò e Stefania, significa arrivare ai vertici delle loro specialità. Diventare i migliori, o giocarsela tra i migliori al mondo. Fin qui hanno dimostrato di avere il carattere giusto per farcela.
Sono decisi ad andare avanti.

E Londra ha regalato loro una marcia in più.

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